Think Tank Reformists vi propone un sunto della Conferenza Stampa che il 28 marzo il Terzo Polo ha tenuto alla Camera dei Deputati per illustrare quattro proposte, due al Governo e due alle forze di opposizione.
Al Governo, Carlo Calenda ha proposto la reintroduzione di Industria
4.0 e il ripristino di Casa Italia.
Alle opposizioni un accordo sul Salario Minimo e sulla Sanità.
LA SANITÀ è ormai la prima vera emergenza italiana: quasi 4 milioni di cittadini rinunciano a curarsi. Siamo convinti che i 10 miliardi derivanti quest'anno da risparmi sull'energia, maggiore crescita e rimodulazione del Superbonus vengano spesi sulla salute. Si concentrano in due differenti piani per lo smaltimento in un anno delle liste d'attesa e per affrontare la drammatica situazione dei nostri Pronto Soccorso.
PIANO PER LO SMALTIMENTO DELLE LISTE DI ATTESA
Nel 2050 gli over 65 saranno il 35,9 percento della popolazione italiana, con un rapporto tra giovani e anziani di 1 a 3 e conseguente aumento medio delle malattie croniche e costi maggiori per il SSN. Il 60 percento delle strutture ospedaliere ha più di quarant’anni e la metà è di dimensioni troppo piccole. Nel 2024 la quota di finanziamento della sanità in rapporto al Pil sarà pari al 6,4 percento, minore rispetto alla quota pre-Covid. Nel 2021 la spesa pro-capite in sanità in Italia è stata pari a 2.856 euro, molto minore rispetto a Germania (5.944 euro), Francia (4.355 euro), e alla media Ocse (3.771 euro). I ritardi nelle liste di attesa, tra i 3 ai 24 mesi, stanno danneggiando la salute e comportando maggiori costi, con un calo delle nuove diagnosi e delle malattie in stato più avanzato: a causa della pandemia non sono stati effettuati circa 2,5 milioni di screening oncologici.
Le nostre proposte:
• aumentare l’offerta
di prestazioni nel breve periodo (per smaltire le liste entro 1 anno), a)
sovvenzionando l’utilizzo dell’intramoenia per smaltire le liste di attesa per
le visite ambulatoriali (costo stimato di 2 miliardi); b) affidando alle
strutture accreditate gli esami diagnostici (costo stimato di 7,8 miliardi); e,
c) riorganizzando il processo, affinché siano le ASL a pagare le visite in
intramoenia e presso le strutture accreditate, senza che i cittadini anticipino
le spese;
• aumentare
l’offerta di prestazioni nel medio e lungo periodo (3-5 anni), a) potenziando
l’organico delle strutture sanitarie; b) rendendo più attrattivo il SSN; e, c)
sviluppando la telemedicina grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR;
• ridurre la domanda di cure ospedaliere nel medio e lungo periodo, a) rafforzando la medicina territoriale e, b) potenziando le attività di prevenzione.
Il finanziamento delle proposte di lungo periodo deve avvenire attraverso un aumento della spesa in sanità: adeguando il finanziamento del SSN al livello degli altri Paesi Ue, si avrebbero a disposizione almeno 21 miliardi di euro in più ogni anno.
PIANO PER I PRONTO SOCCORSO
i Pronto Soccorso italiani versano in una condizione critica. Molti medici di urgenza del SSN si sono dimessi negli ultimi anni e mancano attualmente 4.500 medici di emergenza su circa i 12.000 necessari. Le borse per le scuole di specializzazione in questa branca rimangono non assegnate per il 50 percento perché non ci sono abbastanza richieste. Il lavoro è usurante e non viene remunerato adeguatamente. I Pronto Soccorso sono sovraffollati, perché il personale è insufficiente mentre il numero di accessi dei pazienti oltremodo elevato. Il tasso di incidenza di aggressione per gli operatori ospedalieri è estremamente alto (9,3 per 10.000 lavoratori, con il 77 percento dei medici di urgenza che ha dichiarato di aver subito aggressioni).
Le nostre proposte:
• potenziare il
reclutamento dei medici di Pronto Soccorso, a) rendendo più attrattivo il
reparto di Pronto Soccorso (aumentando le indennità, riconoscendo il lavoro nei
Pronto Soccorso come lavoro usurante, esonerando il personale dai turni
notturni dopo una certa età, attribuendo un numero di ferie aggiuntivo e
garantendo un’idonea copertura assicurativa) e, b) aumentando qualità e
quantità dei medici (vietando i medici a gettone e assumendo i medici
specialisti in formazione sin dal primo anno);
• ridurre gli
accessi ai Pronto Soccorso, a) potenziando l’attivazione di gestione
domiciliare, la Continuità Assistenziale e la telemedicina, b) introducendo
protocolli condivisi con RSA e servizi di consulenza con geriatri per gli
accessi non necessari e, c) destinando personale amministrativo a compiti di
carattere esecutivo-burocratico;
• combattere il
c.d. “boarding”, ossia l’attesa del paziente di un posto letto in reparto dopo
la decisione di ricovero, che per il 50 percento dei pazienti urgenti è
superiore a 9 ore, portando l’attuale numero di posti letto (3,1 per 1.000
abitanti) in linea con la media europea (5 per 1.000 abitanti);
• istituire un presidio fisso e linee dedicate delle Forze dell’Ordine e telecamere di sorveglianza presso le strutture e nelle sale di attesa dei Pronto Soccorso.
SALARIO MINIMO: Sul tema è giunto il momento di avanzare proposte concrete e di discuterle seriamente. Quelle del Pd e dei 5 Stelle sono inconciliabili. Noi ne abbiamo prevista una.
PROPONIAMO DI INTRODURRE UN SALARIO MINIMO DI 9 EURO L’ORA :
Si applica a tutti i lavoratori dipendenti e a tutti i
lavoratori saltuari e parasubordinati i cui corrispettivi economici sono
determinati su base oraria (indipendentemente dalla tipologia
di contrattualizzazione).
• Il salario
minimo di 9 euro l’ora deve essere comprensivo, oltre che della tredicesima e
del TFR, anche del c.d. “salario differito” (es: sanità integrativa) e degli
eventuali benefit accessori (es: buoni pasto).
• Devono essere
concessi 12 mesi alle parti sociali per definire nuovi CCNL per i lavoratori
attualmente scoperti e per adeguare
• al nuovo
salario minimo i corrispettivi economici definiti nei CCNL vigenti. Tali
adeguamenti non possono comunque determinare l’applicazione di un trattamento
economico peggiorativo rispetto a quello applicato in virtù dei contratti
collettivi in essere.
• Le imposte sui
premi di produttività fino a 6.000 euro annui devono essere azzerate.
Attualmente l’aliquota del 5% è valida solamente per importi inferiori a 3.000
euro.
• Gli aumenti salariali che derivano dalla contrattazione di secondo livello devono essere detassati
INDUSTRIA 4.0, chiediamo al Governo che sia pienamente ripristinata perché le imprese devono poter investire in innovazione, transizione ecologica e formazione. Deve essere chiaro a tutti, soprattutto alle altre forze d'opposizione: senza crescita non esiste redistribuzione. Nello specifico, indichiamo di utilizzare i fondi del Pnrr per il 2023 e il 2024.
PROPONIAMO DI RIPRISTINARE IMPRESA 4.0 UTILIZZANDO I FONDI DEL PNRR PER IL 2023 E IL 2024:
• Ripristinare
l’iper ammortamento (250%) per i beni strumentali innovativi e il super
ammortamento (130%) per i beni strumentali nuovi. Il costo è di circa 6,6
miliardi l’anno.
• Estendere gli
incentivi previsti per i beni tecnologicamente avanzati agli investimenti per
la transizione ecologica. Il costo è di circa 4,5 miliardi di euro l’anno.
• Potenziare il
credito di imposta per ricerca e sviluppo che è stato dimezzato nel 2023. Il
costo è di circa 400 milioni di euro.
• Reintrodurre il credito “formazione 4.0” il cui costo è di 150 milioni l’anno.
Infine, chiediamo a Meloni di ripristinare IL DIPARTIMENTO CASA ITALIA E LA STRUTTURA ITALIA SICURA per il contrasto al rischio idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche e la lotta alla siccità.
Questo è il nostro modo di fare politica: con proposte
concrete e sempre aperti al dialogo con maggioranza e opposizioni.
L'Italia è più forte di chi la vuole debole.
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