Calenda: subito il nuovo Partito. Renzi: si, ma come?
Il nuovo partito Riformista e Liberale o si fa nei prossimi mesi o non si farà più.
Reggere l’attuale situazione, uniti ma divisi, non è possibile
e non ha neppure senso.
Tra l’altro è una decisione surreale, chi si tirasse indietro
ora, fra Azione e Italia Viva, è destinato a scomparire ovvero al 2% marginale
e marginato.
Rimane solo l’opzione come si fa questo Partito.
In Italia, buona parte dei Partiti ormai è a deriva
monarchica: un Re e i sudditi. Berlusconi, Meloni, Salvini, Calenda, Renzi,
Bonelli, Fratoianni.
Il PD è diverso? NO, solo che non è un Regno ma una Satrapia,
tanti Satrapi delle correnti che fanno e sfanno alleanze e politiche e un
Regicidio all’anno.
La vecchia organizzazione dei Partiti, sezioni, federazioni,
comitato centrale, assemblea nazionale, direzione, segretaria e segretario, è
stata travolta dalla rivoluzione informatica e della comunicazione e non è più
riproponibile.
I tempi della Società civile e della Politica non consentono
più il funzionamento di organi di partito che hanno bisogno di tempi di convocazioni,
di più livelli decisionali, di spazi temporali, che sono ormai anacronistici.
Un tweet di un Leader dà la scelta: politica, economica,
sociale.
Ha ragione Carlo a volere subito il nuovo, ha ragione Matteo
a dire quale.
Hanno torto tutti e due a non iniziare da ieri a discuterne,
non fra loro due bevendo un caffè e neppure solo fra gli iscritti di Azione e
Italia Viva.
Aprendo una discussione pubblica, nella società civile, fatta
di cento movimenti e organizzazioni locali e non, che arricchiscono la galassia
di quel ceto moderato, di quella maggioranza silenziosa che in buona parte non
vota più, schifata da una politica divenuta casta, chiusa e auto referendaria.
Questo minuscolo Think Tank Reformists sostiene e vuole
partecipare a questa discussione.
Una legge maggioritaria astrusa e superata, l’impossibilità
di votare il proprio rappresentante politico, sia di rifermento del territorio che
delle categorie, la scelta dei parlamentari delegata ai Re dei vari partiti,
sta rendendo le elezioni sempre meno interessanti per il cittadino,
insofferente e per ora silente, ma non è detto che continui così.
Se il popolo smette di votare, la democrazia è finita. I
rischi di rigurgiti autoritari crescono. E’ noto che oltre la siepe, vi è il
buio.
Carlo e Matteo, abbiamo bisogno di uno scatto di orgoglio e della
vostra intelligenza, di una proposta coraggiosa, innovativa, alternativa a
tutto l’esistente della politica, che non è più attrattiva, anzi che è morta.
Abbiamo bisogno di un nuovo Rinascimento italiano.
Discutiamo non su che Partito vogliamo, ma quale possa essere
una forma Partito che possa coniugare le esigenze di rapidità nelle scelte e
nella comunicazione con forme moderne di partecipazione, di decisioni il più
possibili collegiali.
Non è una scelta nuova, da sempre si discute se è meglio uno
Stato democratico o una Dittatura.
Tutti diranno al volo, democratico, pur sapendo che la
dittatura è molto più attrattiva per governare, per tempi ed efficienza.
Chi dedica la vita al lavoro e all’impresa vuole dallo Stato
risposte certe e tempestive.
Carlo e Matteo, sta a voi avviare la discussione che non
riguarda solo il nuovo Partito del Terzo Polo, ma l’Italia intera: come
riportare la politica al centro dell’interesse del popolo italiano, come coinvolgerlo
nuovamente nelle scelte, come coniugare democrazia e efficienza, tornando a far
amare la democrazia e il diritto a partecipare alle scelte.
Una nuova forma Partito che sia precursore di una nuova forma
Stato.
Altrimenti la deriva verso la dittatura efficentista sarà
sempre più inevitabile, non solo nei Partiti ma anche negli Stati, come sta
avvenendo nel Mondo, ultimamente.
In pratica, quello che sostiene Putin, sull’Occidente.
Francesco Colucci
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