Il Presidente della Provincia, Menesini, ha annunciato, per l’ennesima volta, l’appalto per il nuovo (ormai vecchio) Ponte sul Serchio: “…la gara di appalto è una tappa fondamentale in vista dell’apertura del cantiere che apriremo entro la fine dell’anno. Il 2021 vedrà la posa della prima pietra…”
Ne siamo felici, ma i troppi annunci di Menesini sul nuovo
Ponte, mai confermati dai fatti, ci creano un dubbio amletico: è imperizia o
porta sfiga?
La penultima esternazione del Presidente, nell’autunno
2020 garantiva “…l’apertura del Cantiere nella primavera 2021...”
Avevamo chiesto allora a Menesini di dimettersi da Presidente
della Provincia, se il cantiere, da lui più volte annunciato negli ultimi tre
anni, non avesse aperto, ancora una volta, alla data, da Lui indicata.
Invece delle dimissioni arriva l’ennesima promessa che sposta
la posa della prima pietra, dalla primavera, alla fine del 2021.
Menesini è dal 2018 che annuncia l’inizio dei lavori, senza
che mai questo avvenga.
Ricordiamo le volte che ha annunciato l’appalto dei lavori:
7 novembre 2018: Giornale Il Tirreno: Menesini: nel 2019 aprirà il
cantiere per il nuovo ponte…. A breve prenderà il via la gara di appalto…”
16 luglio 2019: “Nuovo ponte sul Serchio, a settembre la pubblicazione
del bando di gara
5 febbraio 2020 …Dal punto di vista procedurale e amministrativo posso
affermare che il grosso è fatto…. poche settimane per perfezionare la gara di
appalto e ci siamo… Più in generale dico che il 2020 è l’anno del ponte:
pubblicheremo il bando di gara, affideremo i lavori e apriremo i cantieri
dell’opera.
In autunno 2020 infine la promessa citata: inizio lavori entro la
primavera 2021.
Dal 2018 sono passati tre anni, i costi sono aumentati di
alcuni milioni di euro che pagheremo noi cittadini, così come abbiamo pagato i disagi
per questo ritardo. Solo annunci, mai i lavori.
Un Presidente della Provincia che in tre anni batte ogni
record di annunci fasulli, dopo quante promesse mancate si deve dimettere?
Sia chiaro: come Riformisti preferiremmo applaudire l’inizio dei lavori, ma se questi non partono mai, le dimissioni sono d’obbligo.
Francesco Colucci, Riformisti per Italia Viva
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