Il Presidente Conte nel suo modo di concepire e condurre la politica ricorda molto un politico argentino del passato, Juan Domingo Perón.
Arrivato, anche lui, per caso alla Politica, riuscì a
coniugare il populismo con un misto di comunismo sovietico e di fascismo
Italiano.
Il movimento da lui fondato, oggi tornato al potere in
Argentina, si forgiò durante la sua prima presidenza della Repubblica argentina
1946-1955, con l'aiuto propagandistico di sua moglie Evita Perón.
I suoi seguaci più tenaci provenivano dagli stati popolari
della società argentina e per questo furono chiamati “descamisados”.
Il Peronismo era un coacervo di posizioni diverse che attraverso
il populismo univa socialismo e sovranismo patriottico e, in economia,
rincorreva una terza via, fra fascismo italiano e socialismo di Stato.
Perón creò una forte presenza dello Stato in una economia
mista pubblico-privato, con un largo impego di assistenzialismo di regime.
La figura di Evita fu fondamentale nel sostegno mediatico
alla sua Presidenza.
Giuseppe Conte a noi pare si muova su questa strada,
coniugando politiche dirigiste, con un ritorno a pesanti interventi statali nei
settori produttivi (Ilva, Alitalia) ad un assistenzialismo diffuso in maniera
organica, alla ricerca di una decrescita felice.
Conte ricorda Peron anche nella comunicazione ossessiva a sostegno della sua figura, solo che al posto di Evita, troviamo Casalino.
Francesco Colucci, Riformisti x Italia Viva
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