Non è il momento delle
polemiche, ma alcune riflessioni sulla nostra classe politica, in questo momento
di emergenza, occorre iniziare a farle, soprattutto perché non è accettabile
che in un momento in cui tutti cercano di abbassare i toni e stare uniti, solo Salvini
possa permettersi di provocare sempre nuove polemiche, speculando su tutto, anche
sui morti.
Mentre ascoltavo ieri
Salvini in TV, avevo davanti un suo video Facebook del 27 febbraio che chiedeva
perentoriamente al Governo di riaprire tutto, negozi, musei, gallerie,
discoteche, tutto e subito.
Una filippica contro il Governo accusato affossare
l’economia, con la chiusura delle attività commerciali e non.
Ora, solo dopo pochi
giorni, Salvini, con la stessa veemenza chiede di chiudere tutto e subito, sbraitando
contro il Governo ed evocando migliaia di morti.
Al di la di quale
posizione possa essere più appropriata, è inaccettabile che un uomo che
vorrebbe governare con pieni poteri possa chiedere, su questioni
decisive per l’Italia, un giorno una cosa e pochi giorni dopo l’esatto contrario
della stessa, scagliandosi, ambedue le volte, contro il Governo,
per speculare sulle paure e sulle difficoltà del Paese.
Oggi abbiamo il
Presidente Conte che, per autorevolezza e esperienza, non è certo De Gasperi,
Andreotti, Craxi o Renzi, ma questo Governo Conte n.2 è sostenuto da forze
politiche responsabili, abituate a governare, ad essere riflessive e concrete che
danno al Capo del Governo una mano silenziosa e
un leale sostegno
Pensiamo se questa
emergenza fosse stata affrontata dal Conte n.1, il Governo Giallo-Verde di Lega
e Cinque Stelle, dove Salvini e Di Maio strattonavano ogni giorno il Presidente del
Consiglio da una parte all’altra, cavalcando ogni pulsione di pancia o di sondaggio,
ogni ripicca personale, litigando con l’Europa e con tutto il mondo.
Come saremmo finiti?
Nel male del Virus, ci è andata di lusso.
Ringraziamo Salvini
che, accecato dall’ambizione personale del potere assoluto, si è suicidato
politicamente con una crisi di Governo auto-castrante.
Chi governa un grande
Paese come l’Italia può, a volte, non essere uno Statista eccelso, ma mai potremo affidare il nostro
Paese un uomo incoerente, inaffidabile, voltagabbana, speculatore d’odio.
Una
banderuola al vento delle sue smodate ambizioni, dei sondaggi elettorali, delle
convenienze spicciole, dai comportamenti bizzarri e cretino-populisti.
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