Think Tank Reformists promuove per venerdì 21 aprile a Lucca (sala dell'Agorà ore 16,45) un Convegno su “25 aprile: esistono le condizioni perché diventi anche il giorno della riconciliazione nazionale?”
Il Convegno sarà aperto da due scrittori lucchesi:
Oggi presentiamo il primo Berto Giuseppe Corbellini Andreotti e il suo ultimo libro “La lezione di Carlo e Nello Rosselli”
Berto Giuseppe Corbellini Andreotti, già docente di Lettere
italiane e Storia nelle scuole secondarie superiori.
Ricercatore, si è occupato di Storia costituzionale, Storia
della Resistenza, Storia della prima guerra mondiale, Storia locale,
Intellettuali e Scrittori tra Otto e Novecento.
Tra i suoi contributi ha curato insieme a U. Baldocchi
“Sudditi e cittadini” (Lacaita Editore 1997); “La grande guerra. Il contributo
della Versilia, Massa e Lunigiana” a cura di A. e Giorgio, Bandecchi e Vivaldi
Editori (2015); “L’impegno interventista di Ceccardo” in “Il Vate apuano” a
cura di S. Bucciarelli ETS Editore (2020), “Ritratto di Augusto Mancini” in
“Maestri e allievi contro il fascismo” a cura di S. Bucciarelli ETS Editore
(2021).
È stato presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Lucca dal 1997 al 2011.
LA LEZIONE DI CARLO E NELLO ROSSELLI a cura di B. G. Corbellini Andreotti Prefazione di Z. Ciuffoletti Edizione Impressum 2022
“Questo libro è nato dalla volontà del Circolo culturale “Fratelli Rosselli” di Pietrasanta, costituitosi quaranta anni fa su iniziativa di un gruppo locale e con la collaborazione di Giorgio e Valdo Spini e dell’omonimo Circolo fiorentino, di presentare ai giovani ed al vasto pubblico dei lettori l’opera dei due illustri intellettuali con adeguata rassegna della loro personalità, della vita, del pensiero e degli scritti.
Un lavoro divulgativo quindi, che ho svolto tenendo presente un costante riferimento: il bisogno di informare e documentare in modo sintetico quanto è essenziale alla comprensione di Carlo e Nello Rosselli, senza scadere nel semplicismo e nella banalizzazione degli argomenti e senza indugiare in sottili dispute specialistiche.
Il quadro offerto è ampio ed è consapevole del dibattito scientifico sui Rosselli, di cui ho riferito gli aspetti più importanti, anche con qualche autonoma valutazione.
La sezione antologica composta
dall’epistolario e da diversi scritti intende rappresentare i momenti salienti
della loro attività riguardo allo sviluppo del pensiero politico e
politico-culturale. Non vi compaiono i testi più squisitamente tecnici,
dedicati da Carlo ai temi economici e del sindacalismo, né quelli prettamente
storiografici di Nello, dato il loro rilevante taglio specialistico, che
richiama altro tipo di trattazione, impossibile in questa sede.
L’invito alla lettura dei fratelli Rosselli è oggi più che mai opportuno ed utile a” snebbiare i cervelli” (espressione cara a Filippo Turati) in quest’epoca degli “dei falsi e bugiardi”: l’idolatria del mercato, del pensiero comune, dei mass media e delle tecnologie digitali passivamente accolti e conformisticamente utilizzati senza intelligenza critica, il tramonto della politica (cito solo i fenomeni più rilevanti).
Leggere, riflettere, meditare sulla lezione di Carlo e Nello
Rosselli è operazione che produce stimoli, idee e propositi per riaffermare il
controllo degli uomini sul corso delle cose e degli eventi.
Nelle bisacce delle nuove generazioni che s’apprestano al percorso della vita c’è posto per gli scritti dei Rosselli e per il loro esempio morale, intellettuale, civile e politico, che indica un’altra Italia, un’altra Europa, un’altra temperie di spirito e di volontà.”
Il volume si articola in una serie
di capitoli: la personalità e la formazione di Carlo e Nello Rosselli;
biografia cronologica di Carlo e Nello Rosselli; il pensiero politico di Carlo
Rosselli fino a socialismo liberale”; il pensiero politico di Carlo Rosselli
negli anni dell’esilio; l’europeismo di Carlo e Rosselli; Nello Rosselli
storico; “Al confino” e “Diario politico” di Nello Rosselli; l’interpretazione
storiografica di Carlo e Nello Rosselli; antologia delle lettere e degli
scritti di Carlo Rosselli; lettere di Nello Rosselli; scritti politici di Nello
Roselli; materiale iconografico.
“Carlo si orienta decisamente
negli studi economici, sociali e politici con buona riuscita nella ricerca;
Nello è avviato in modo sicuro verso una carriera accademica di studioso e di
storico.
Entrambi partecipano attivamente
al dibattito culturale e si impegnano consapevolmente a proporre e discutere i
temi rilevanti della vita culturale e sociale, esponendo nei loro primi scritti
giovanili una vivace istanza di rinnovamento rispetto al vecchio mondo.
La loro partecipazione è energica e combattiva nell’area ispirata a Salvemini, all’orientamento liberale, democratico, riformista.
Conoscono e collaborano con Piero Gobetti. Il
liberalismo di partenza si evolve: Carlo, introdotto da Alessandro Levi,
comincia a frequentare l’ambiente socialista riformista (Turati, Treves,
Mondolfo), partecipa da auditore al congresso di Livorno del ‘21, si iscrive al
PSU nel ’24, dopo la morte di Matteotti, con propositi radicalmente innovativi
e per offrire un profondo contributo al rinnovamento del socialismo italiano;
Nello, più defilato e riservato, aderisce all’Unione democratica Nazionale di
Amendola. Più tardi si avvicinerà alla tendenza socialista, sia pure senza
coinvolgimento diretto ed operativo, e condividerà sostanzialmente le
riflessioni e le proposte di Carlo, nell’autonomia della sua personale collocazione
di studioso lontano dalla politica praticata attivamente.
Carlo e Nello sono egualmente concordi nell’individuare e descrivere i tratti identitari del fascismo, fenomeno che irrompe sulla scena politica italiana e sconvolge gli schieramenti e le logiche convenzionali, si afferma con notevoli rapidità nella crisi dello stato liberale, generalmente non compreso e sottovalutato da interpretazioni superficiali.
Il fascismo ha le sue novità e le sue continuità radicate nella
storia italiana; non è solo reazione di classe, soppressione delle libertà,
dittatura, repressione, dominio incontrastato dei ceti privilegiati, è anche
crisi morale della nazione, cioè servilismo, conformismo, inerzia, rifiuto
delle responsabilità, culto della forza, ottusità delle coscienze.
La loro avversione è netta,
inequivocabile ed irriducibile e la loro battaglia per sconfiggerlo è
un’operazione non soltanto di strategia politica ma anche culturale, civile,
morale, per un’Italia libera, giusta, democratica, rinnovata e risanata nel
costume, matura nelle coscienze educate finalmente alla responsabilità ed al
sentimento del dovere. Battaglia comprensibilmente a lungo termine, aspra e
severa.”
“Nello è convinto che lo stato
d’animo generale sta cambiando e non a favore del regime e si domanda quanto
potrà durare il fascismo. Risponde così: “…il fascismo è un treno che corre a
precipizio su un binario morto, a un certo punto incontrerà i respingenti che
lo bloccheranno – gli italiani cominciano, sia pur smarriti, a guardare ai
fasci di binari di corsa che si distendono paralleli, che portano sì alle più
varie mete, ma almeno non finiscono, in una delle prossime curve, in un
terrapieno!
È una considerazione
illusoriamente ottimista: il fascismo si consoliderà vigorosamente negli anni
successivi.
Ma il ragionamento di Rosselli
mantiene la sua vitalità ed il messaggio è profondo: non bisogna contare su
avventure, colpi di mano, né confidare su cadute catastrofiche ed errori fatali
del regime.
Solo una conseguente azione di
massa, delle masse risvegliate, coscienti e maturate potrà raggiungere i
risultati sperati.
Oppure una guerra, una guerra terribile, come aveva previsto Carlo Rosselli, e come in effetti avverrà; ma in essa e grazie ad essa molti giovani uomini e donne sentiranno il bisogno di lottare per la Liberazione e la fine del fascismo.
Purtroppo la tragedia della
guerra portò con sé la “guerra civile, tra italiani, provocando ferite profonde
che solo la storia e la conoscenza di quei tragici tornanti potranno aiutare a
superare.
L’esempio dei Rosselli, in questo
senso, può essere assai istruttivo. Essi agirono e morirono convinti per avere
lottato contro le dittature che negarono le libertà fondamentali e, insieme,
anche la giustizia.
Non a caso il movimento fondato da
Carlo Rosselli si chiamava “Giustizia e Libertà”.”
“23 novembre 1929 – La mia immagine è questa: il fascismo è un treno che corre a precipizio su un binario morto, a un certo punto incontrerà i respingenti che lo bloccheranno – gli italiani cominciano, sia pur smarriti, a guardare ai fasci di binari di corsa che si distendono paralleli, che portano sì alle più varie mète, ma almeno non finiscono, in una delle prossime curve, in un terrapieno! Ma come è scoraggiata e misera la borghesia liberale! Alcuni, sapendomi alieno dal dedicar la mia vita alla politica, stupiscono che di questi tempi io persista ad occuparmene, quando ad una modesta, limitata attività politica, stupiscono che di questi tempi io persista ad occuparmene, quando ad una modesta, limitata attività politica corrispondono rischi, sacrifici, necessità di dedizione enormi. E non intendono che si è proprio il diritto del cittadino qualunque ad occuparsi di politica che io voglio rivendicare e al quale ritengo sia giusto sacrificare qualcosa. Il male delle democrazie è forse, in parte, dovuto al fatto che la politica in esse, mentre teoricamente compete a tutti, in pratica è appannaggio di una élite di specialisti. In Italia il male è logicamente più grave che altrove.
È urgente creare la passione politica nei più larghi strati sociali. Onestà, dittatura, buon senso saranno tanto più diffusi nella cosa pubblica quanto più largo sarà il controllo e l’interessamento dei cittadini intorno ad essa. Ed è proprio oggi, quando più costa l’affermare questo che è un diritto-dovere dei cittadini di tener le mani sopra alla cosa pubblica, che bisogna proclamarlo. Se tutti gli italiani, o almeno quanti si trovavano nelle migliori condizioni materiali e morali per farlo, avessero sempre continuato, nonostante la bufera, a preoccuparsi in privato e in pubblico, con le parole e con l’azione, della pubblica cosa, non si sarebbe arrivati al punto nel quale ci troviamo.
Bisogna
promuovere il risveglio dei politici marginali, che costituiscono poi la base
più salda, la tutela più illuminata e il controllo più severo e disinteressato
dell’amministrazione. Per affermare questo diritto alla compiutezza delle
funzioni del cittadino vale la pena, oggi, di sacrificare alla politica tutto
il resto. Si lotta per conquistarsi il godimento di una vita normale.”
Il libro è disponibile presso le librerie: Luccalibri a Lucca e Libreria Pellegrini a Pisa.
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