Per onorare la Santa Pasqua Think Tank Reformists pubblica una poesia di uno scrittore versiliese che solo ultimamente è stato rivalutato per le sue opere, per i suoi pigmalioni e per la sua vita eclettica e avventurosa.
Enrico Pea, nato a Seravezza, nel
1881 ha vissuto in Egitto ma anche a Viareggio e Lucca ed è morto a Forte dei
Marmi, nel 1958.
E’ stato poeta, scrittore,
drammaturgo e impresario teatrale italiano.
Ho inventato e diretto per
molti anni il teatro Politeama di Viareggio.
Ha riscoperto e valorizzato la
tradizione dei Maggi della Valle del Serchio.
Dopo la seconda guerra mondiale
ha abitato per lunghi periodi anche a Lucca frequentando il famoso caffè
letterario Di Simo-Caselli, luogo d’eccellenza della cultura
lucchese, dedicandosi al recupero delle tradizioni popolari e contadine della
Lucchesìa.
La sua lucchesità è all’origine
della sua attività letteraria, il suo primo libro Fole è stato pubblicato per
intercessione di un altro famoso poeta, di origine lucchese Giuseppe Ungaretti,
con cui fu molto amico in Egitto e in Italia.
La sua vita letteraria si
intreccia con Ezra Pound, non solo amicizia ma anche lavoro, come testimonia un
carteggio recentemente edito a cura di Barbara Patrizi su Pea-Pound. Ezra tradusse
la maggiore opera di Pea, Moscardino, in inglese.
A Villa Bertelli di recente un contributo di Massimo Marsili e Fabio Genovesi proprio su Moscardino, Pea e Pound.
La Poesia “pasquale” scelta per ricordare anche Enrico Pea.
Il Pettirosso
Il pettirosso, ch'è di me più saggio,
non si lamenta se il raccolto è scarso.
se la neve ha coperto le campagne,
se l'acqua s'è gelata alla sua sede
e se il vento stentegna il suo ricetto.
Dopo l'annata magra ecco che viene
l'abbondanza nell'aria e dopo il verno
il ruscello ricanta, il vento è brezza,
al pettirosso dolce ninna nanna.
Il pettirosso ch'è innocente e bello
sa che la Provvidenza lo sostenta,
sa che chi pate è poi racconsolato,
conosce il sangue, il pianto e la speranza
come ogni creatura che si lagna,
ma non conosce la disperazione.
Il pettirosso che porta le insegne
di Cristo sul candore del suo seno,
che fu presente al pianto di Maria
quando la terra si coprì di nubi,
l'augellino prescelto a colorirsi
d'una stilla di sangue di Gesù,
vive, paziente, d'ogni Provvidenza,
sicuro aspetta, spera, crede e canta,
si specchia al cielo che gli pare suo!
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