La politica è una cosa, la cultura un’altra, per questo, come Riformisti, plaudiamo alla iniziativa di Difendere Lucca di ricordare il grande condottiero lucchese attraverso una provocazione straripante.
Le provocazioni sono sempre state naturali per la riaffermazione di alcuni valori culturali nascosti dal conservatorismo di maniera e anche in questo caso sono servite per ricordare a tutti una ricorrenza che il grigiore culturale di questa Giunta avrebbe fatto passare nel dimenticatoio.
Una Giunta Comunale catto-comunista, che al tramonto della
sua insipida storia si compiace di divenire Stalinista sugli uomini e sulla
cultura. “Colpisci uno per insegnare a cento”: Josif Stalin
Che senso ha ricordare il più grande condottiero Italiano del
trecento, solo per un fatto giovanile al servizio del tiranno Uguccione della
Faggiola, dimenticando tutta la sua vita ricca di grande battaglie a difesa di
Lucca, soprattutto contro Firenze, che altrimenti avrebbe sottomesso tutta la
Toscana.
Dimenticando il sistema di alleanze da lui acquisito con l’Imperatore,
il Ducato di Milano e non solo, che, mantenute, sono state nei secoli la
garanzia dell’indipendenza e la libertà della Repubblica Lucchese.
Per non parlare delle grandi opere di difesa e di civiltà
realizzate in città e nei territori: Fortezze, Castelli, Paesi, Strade e Ponti
che ancora incantano nel panorama toscano.
La sua vera colpa agli occhi strabici della storiografia
inquisitoria cattolica è stata la lotta armata contro il potere temporale del
Papa e la scomunica che lo stesso gli diede.
Episodi per noi laici invece di grande valore civico di
opposizione a uno stato temporale papale oppressore di popoli prima e di
coscienze poi, con la tragica Inquisizione, di cui molti fanno finta di
scordarsi e che è stato un grande genocidio di innocenti, secondo solo all’Olocausto.
Auspichiamo che questa provocazione faccia aprire un dibattito vero su Castruccio Castracani mondialmente riconosciuto come uno dei più grandi personaggi del medio evo europeo e ignorato a Lucca: nemo propheta in patria.
Francesco Colucci, Riformisti per Italia Viva.
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