domenica 15 novembre 2020

Qualcuno si deve dimettere!

Il Bar Tessieri in via S. Croce è uno storico e prestigioso locale, con una gestione seria e compassata. 

Un Bar per il thè delle cinque e per l’acquisto di chicchi e vini rari.

Abbiano letto di una vicenda che lo riguarda, che se confermata, sarebbe gravissima.

Violerebbe la Costituzione Italiana agli art. 3 e 27, che postulano, nel loro combinato disposto, l’applicazione della ragionevolezza nell’applicazione delle pene e impone altresì che la sanzione comminata debba essere congrua al fatto come in concreto verificatosi.

Il principio della proporzionalità della pena rispetto al reato commesso, riaffermato da Cesare Beccaria e fondamento di tutto il Diritto Italiano e Internazionale, rappresenta un limite cui è soggetta ogni forma di esercizio del pubblico potere ed un canone di controllo sulle limitazioni dei diritti fondamentali, con ampi richiami anche nella giurisprudenza delle Corti europee.

Aver dato un Caffè nel lockdown di Marzo, già punito, con pena scontata, di multa e chiusura del Bar x 15 giorni, non può essere ulteriormente sanzionato, a posteriori,  con una pena accessoria, il doppio di quella iniziale, di dubbia legittimità, per una violazione di legge di modesta portata.

Il nostro ordinamento penale prevede, oltre alle pene principali, le pene accessorie. 

Esse, pur essendo disciplinate diversamente, devono sottostare ai medesimi principi Costituzionali e non possono confliggere con il requisito di proporzionalità, previsto dalla Costituzione e di recente valorizzato anche dalle fonti sovranazionali ed Europee.

Soprattutto non possono, normalmente, essere superiori alla pena principale.

Questo per il Diritto. 

Per il Buonsenso, commisurare una pena accessoria di una chiusura di una attività commerciale nella misura doppia di quella già scontata oltre le multe, dimostra la insensibilità di alcuni funzionari pubblici, comodamente assettati al caldo delle loro confortevoli stanze ad aspettare di riscuotere il lauto stipendio mensile.

Punizioni eccessive e palesemente inique possono mettere a rischio oggi, anche la pace sociale.

Sempre affermiamo che se c’è una violazione di legge, essa deve essere punita, ma con proporzionalità al reato commesso e in questa situazione di disperazione  dei non garantiti, quelli delle partite IVA, anche con moderazione e intelligenza.

Chi nella Pubblica Amministrazione, fa questi errori giuridici e di sensibilità sociale, in momento così delicato, chiunque sia, deve essere chiamato a risponderne e se di nomina politica, si deve dimettere.

Francesco Colucci, Riformisti x Italia Viva






 

 

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