martedì 24 settembre 2024

I Riformisti e le elezioni in Provincia.

I Riformisti auspicano che ci sia una discontinuità politica nella gestione della Provincia, con le prossime elezioni di fine settembre.

La fallimentare Presidenza Menesini, con il PD silente e passivo, che è costata alla nostra popolazione milioni di euro, per errori e ritardi nelle principali opere pubbliche, dal Ponte sul Serchio, agli Assi Viari, al raddoppio Ferroviario, non deve trovare continuità nel nuovo Presidente e nella nuova Giunta.

Menesini si ripresenta per essere eletto assessore nella lista del PD.

Una sua elezione sarebbe la conferma e la continuazione della sciagurata sua gestione in danno di tutta la popolazione della Valle del Serchio e Garfagnana, di Lucca e la piana, come è stato fino ad oggi.

I Riformisti fanno appello ai Sindaci e ai Consiglieri di tutti questi Comuni, al di là della loro colorazione politica, perché si privilegi una scelta di discontinuità con la gestione Menesini per il rispetto delle popolazioni di quei territori che hanno avuto danni evidenti nelle loro vite e nelle loro attività economiche da errori, mancate scelte, ritardi e boicottaggi.

Francesco Colucci, Riformisti.



 

 

domenica 22 settembre 2024

Uguaglianza meritocratica e competitiva di Paolo Razzuoli

 Sul senso dell'uguaglianza si è scritto e detto moltissimo, a partire dalla filosofia classica. Qui non voglio certo addentrarmi nella storia di come le epoche e culture hanno interpretato questo concetto. Mi limito ad un interrogativo di fondo: "che cosa significa uguaglianza?" Di quale uguaglianza parliamo?" la politica fa ampio uso di questo termine; Usiamo questa parola moltissime volte durante la giornata e, spesso, per rivendicarne un significato preciso. Ma siamo proprio sicuri di intendere la stessa cosa? Perché di uguaglianza si può parlare in tanti modi e con significati diversi. In estrema sintesi, forse eccessivamente semplificatoria, credo si possano elencare tre principali concetti di uguaglianza che si sono scontrati negli ultimi due secoli. Il primo è quello di uguaglianza giuridica, il che vuol dire che non ci devono essere leggi che valgono solo per un certo tipo di cittadini, il primo, il secondo e il terzo stato, o per una certa casta, ma che i diritti fondamentali (solitamente civili e politici) sono garantiti a tutti. Il secondo concetto è quello dell'uguaglianza delle opportunità o, "delle chances, o dei punti di partenza", cui si aggiunge necessariamente il principio del merito per la determinazione dei risultati. Il terzo è quello dell'uguaglianza di fatto, quello dei punti di arrivo per cui tutti debbono avere le medesime risorse. Se dovessimo illustrare queste diverse idee di uguaglianza facendo riferimento a una corsa, il concetto di uguaglianza giuridica ci direbbe che la gara è giusta se vince chi taglia per primo il traguardo, non chi ha il titolo di conte, barone, marchese, e così via. Il concetto di uguaglianza delle opportunità ci direbbe che una società è giusta se, partendo da uno stesso punto, vince chi taglia per primo il traguardo senza aiuti di sorta, ma solo in base al proprio merito, alla propria volontà, al proprio senso di responsabilità. In questa visione il criterio del merito diventa il criterio "giusto" per l'attribuzione dei premi proprio perché esiste anche un'uguaglianza delle opportunità. Il concetto di uguaglianza di fatto o dei punti di arrivo ci direbbe che una società è giusta se tagliano il traguardo tutti insieme, dandosi la mano. A questi tre modi di intendere l'uguaglianza, corrispondono altrettante visioni politiche: Il primo caso (uguaglianza giuridica), ci propone il modello liberale ottocentesco: lo stato deve fare in modo che la legge sia uguale per tutti, ossia deve garantire che il premio venga dato a chi effettivamente ha tagliato il traguardo per primo. Non è però compito dello stato quello di verificare se, e garantire che, tutti abbiano avuto le stesse possibilità di tagliare il traguardo per primi. Nel secondo caso (uguaglianza delle opportunità), non solo lo stato deve garantire l'uguaglianza giuridica, ma deve anche garantire un'adeguata uguaglianza dei punti di partenza. Ed infine il terzo caso (uguaglianza di fatto), è compito dello stato garantire che tutti taglino il traguardo insieme, il che vuol dire che chi è naturalmente più veloce deve dare una mano a chi è naturalmente più lento. Come dicevo sopra si tratta di una schematizzazione assai semplicistica, ma mi sembra possa rendere efficacemente l'idea di come il concetto di uguaglianza possa essere declinato in modi deltutto diversi. Ne deriva che quando si sente parlare dalla politica di uguaglianza, occorre chiedersi cosa realmente con ciò voglia intendersi, giacché a seconda del significato che le si attribuisce, si evoca un certo modello di società Le società differiscono nella misura in cui si dà prevalenza all'uno o all'altro concetto di uguaglianza e a quanto lo stato si debba impegnare per garantire la realizzazione dell'uno o dell'altro concetto. Temi fondamentali e discriminanti, per orientare le scelte elettorali. Sempre in estrema sintesi, si associa spesso al "liberismo" il concetto di uguaglianza di fronte alla legge, alla "democrazia sociale" quello di uguaglianza nei punti di partenza e al "comunismo" quello di uguaglianza nei punti di arrivo. Ebbene, qual'è l'idea di uguaglianza in una moderna società democratica, secondo la visione di una prospettiva libheral-riformista? Ecco la mia risposta. Circa l'uguaglianza di fatto, quella cioè riconducibile ad una visione comunista, la storia già si è incaricata di darci la risposta. Abbiamo già visto quali danni possono fare le visioni millenaristiche e massimaliste. basta citare Salvemini: "Se l'uomo pretende il paradiso negando il purgatorio, sicuramente avrà l'inferno". E l'inferno hanno avuto coloro che per buona parte del XX secolo sono stati posti sotto il giogo del comunismo. La sola "uguaglianza formale" ormai non è più sufficiente perlomeno in Europa, dove si è affermato un umanesimo che ha comportato, se pur in modo diverso, lo sviluppo e l'affermazione di politiche di Welfare e di pisioni ispirate ad economie sociali di mercato. A questo proposito può essere interessante riguardare l'opera dell'economista cattolico tedesco Wilhelm Roepkee. Rimane l'uguaglianza delle opportunità: quella che mi sembra più coerente con la visione liberal-democratica, in una moderna società. Quindi "uguaglianza" per consentire a ciascuno di potersi realizzare ma, allo stesso tempo, spazi di libertà per potersi affermare secondo il proprio merito e le propie capacità competitive. Ovviamente nel rispetto della dignità della persona, quindi garantendo anche a chi rimane indietro, le condizioni per una vita dignitosa. Quindi nel solco del "Welfare State", e di una visione ispirata all'economia sociale di mercato. Uguaglianza delle opportunità che in Italia affonda le radici nell'Art. 3 della Carta Costituzionale che così testualmente recita: " Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." Analogamente per l'istruzione all'art.34 dove si fa riferimento al merito: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso." Come si vede, parlare di uguaglianza meritocratica e competitiva non è così contraddittorio. L'uguaglianza delle opportunità non esclude in alcun modo il merito e la competitività. Anzi, entrambi sono stimoli fondamentali per la crescita, senza la quale vengono meno anche gli strumenti per garantire parità di condizioni di partenza. Senza crescita si ferma anche quell'ascensore sociale che può garantire a ciascuno di compiere il proprio percorso secondo le proprie capacità ed il proprio merito. In Italia, la meritocrazia e la competitività hanno sempre trovato vita difficile, e chi ha provato a mettere in campo qualche idea per stimolarle non ha avuto fortuna. Il merito, soprattutto dalla fine degli anni '60 in poi, ha trovato diffuse ostilità a partire dal mondo della scuola, dove l'idea di uguaglianza è stata interpretata come uguaglianza di arrivo, con il conseguente abbassamento del livello dell'istruzione ora sotto gli occhi di tutti. Analogo ragionamento riguarda la Pubblica Amministrazione, in cui è stato abbattuto qualsiasi criterio meritocratico, agganciando gli scarni avanzamenti di carriera al solo parametro dell'anzianità di servizio. Circa la competitività, trova ostacoli nelle difese corporative, che si innalzano ogni qualvolta si tenta di immettere nel sistema qualche boccata di aria nuova in questa direzione. Ebbene, proprio su questo terreno un progetto politico liberal-riformista dovrebbe trovare la capacità di una sintesi all'altezza delle sfide del tempo che viviamo: Garantire una effettiva uguaglianza delle opportunità, in un contesto di libertà che consenta a ciascuno di esprimersi, con le proprie capacità, con il proprio coraggio, con la voglia di sapersi mettere in gioco. In poche parole, valorizzando finalmente il merito e la competitività. E' una sfida difficile: ma senza coraggio non si riuscirà a risollevare questo Paese da quella sorta di torpore in cui sembra essersi adagiato. 

Lucca, 21 settembre 2024




sabato 14 settembre 2024

Italia Viva e Orizzonti Liberali…verità.

I Riformisti sono abituati in politica a trasparenza e chiarezza, che esplicitiamo in tre punti.

Primo: mesi fa, prima dell’infausto ribaltone renziano, abbiamo rinnovato la tessera a Italia Viva, siamo iscritti e resteremo iscritti.

Secondo: condividiamo fermamente la creazione da parte di Luigi Marattin dell’Associazione “Orizzonti Liberali, verso il Partito Liberal-democratico”. La sosterremo, l’aiuteremo a crescere, ne saremo partecipi attivi, per arrivare a una Costituente per un grande Partito di Centro, equidistante da sinistra e destra.

Siamo convinti che a questa Costituente ci saranno anche la maggior parte degli iscritti di Italia Viva, salvo gli “orfani del PD” che torneranno a casa con la coda tra le gambe.

Terzo: parteciperemo al Congresso di Italia Viva, sempre che Matteo non cambi idea per la quarta volta, per contrastare la nuova linea renziana di partecipazione ad un polo sinistrorso assieme a grillini e vetero comunisti.

Una Mossa del Cavallo? No, sembra più una Mossa del Bardotto!

Sosterremo nel Congresso la politica che Matteo ci ha insegnato per 5 anni, fino a due mesi fa: una collocazione al Centro da Liberal-democratici.

Una posizione chiara, senza se e senza ma. Sinistra e destra per noi pari sono.

Confidiamo che gli schiaffi presi da Renzi, dai suoi nuovi alleati che anela, da Prodi a Bonelli, da Conte a ¾ del PD, lo inducano ad una pausa di riflessione e ad un ritorno alla linea politica e agli obiettivi che sono stati alla base della fondazione di Italia Viva cinque anni fa, a cui i Riformisti erano in prima fila.

I Riformisti nei prossimi mesi lavoreranno a viso aperto sia per il successo di Orizzonti Liberali che per una mozione congressuale che respinga il Campo largo e porti Italia Viva a partecipare alla futura Costituente di un nuovo Partito Liberal-democratico con tutti coloro che ci staranno.

Francesco Colucci, Riformisti Toscani x il Blog Think Tank Reformists  

 





martedì 10 settembre 2024

E' Uscito l'ultimo libro di Luigi Marattin...considerazioni del Prof. Paolo Razzuoli

E' in libreria, e sui siti che offrono libri, l'ultimo lavoro di Luigi Marattin: 

"La missione possibile. La costruzione di un partito liberal-democratico e riformatore", edito da Rubbettino.

Luigi Marattin, Docente Universitario di economia Politica, Deputato sino a ieri di Italia Viva ed ora nel gruppo misto, è una delle figure di riferimento di chi, in Italia, crede nella possibilità di dar vita ad un polo liberal-riformista. Una prospettiva non certo facile, ma certamente impossibile se lasciata nelle mani di figure capricciose ed egocentriche come si sono dimostrati Renzi e Calenda.

L'Italia è un Paese Difficile per la cultura liberal-riformista, ma non si può certo dire che in questi anni sia stato fatto quanto necessario per diffonderne una proposta credibile, e per offrirne adeguati strumenti di organizzazione della rappresentanza politica.

E ciò nonostante, alle politiche del 2022 è stato sfiorato l'8%, e nelle ultime europee ci siamo andati vicini, se pur in presenza della sciagurata divisione fra Renzi e Calenda, che concretamente ha vanificato il consenso ricevuto.

Insomma, nelle condizioni date non si poteva sperare di più. 

Il tema vero non è pertanto quello del fallimento della prospettiva terzopolista; è invece quello della capacità di organizzarla, darle contenuti, presentarla con credibili e seri strumenti di organizzazione della rappresentanza politica.

Luigi Marattin è una delle figure che più si sono battute per l'affermazione della prospettiva terzopolista. Si è battuto sino in fondo per evitare le divisioni alle europee e, dopo le ultime giravolte di Renzi ha deciso di lasciare Italia Viva per imboccare un percorso di condivisione di prospettiva con altri soggetti, e per questo ha costituito l'Associazione "Orizzonti liberali".

Iniziativa che non poteva avere battesimo migliore: quello di essere accompagnata da un libro in cui si analizzano i contesti storico-politici e si delinea l'idea di società di un progetto liberal-democratico.

Invitando a leggerlo, riporto uno stralcio della presentazione estratto dal sito dell'editore:

"Si dice che al centro dello spazio politico ci sia una prateria. Ma nessuno negli ultimi 30 anni ha saputo percorrerla. Neanche quando, con la radicalizzazione

di centrodestra e centrosinistra, le condizioni si sono fatte più favorevoli. Forse perché dopo aver avvistato la prateria nessuno ha saputo o voluto sellare e preparare adeguatamente il cavallo e lanciarsi al galoppo evitando di cadere al primo ostacolo.

Questo libro delinea i contorni di un’offerta politica liberal-democratica alternativa agli attuali schieramenti. 

La prima parte è dedicata all’analisi del passato: qual è il problema italiano, perché le spiegazioni che centrosinistra e centrodestra danno di tale problema sono fallaci e quale sia invece un’analisi liberal-democratica di come e perché l’Italia si trovi nella situazione attuale. 

La seconda parte guarda al futuro: quale idea di società a cui ispirarsi, come ricostruire un’organizzazione partitica per veicolarla e quali le principali politiche per realizzarla.

Lucca, 10 settembre 2024







lunedì 9 settembre 2024

Fondazione Orizzonti Liberali di Luigi Marattin: una grande occasione.

Luigi Marattin ha deciso di uscire da Italia Viva e costituire la Fondazione Orizzonti Liberali per partecipare ad una Assemblea Costituente liberaldemocratica, aperta a tutti, compresa Italia Viva, per la fondazione di partito unitario con Libdem, le altre sigle della galassia Liberale e Riformista e chi, da Azione, vorrà partecipare.

Un atto coraggioso per riprendere dall’inizio il discorso di un partito al centro dello schieramento politico Italiano.

Né con la sinistra né con la destra

I Riformisti concordano con l’analisi fatta e la linea politica annunciata da Luigi, che poi è quella di Matteo, fino a poche settimane fa.

Aspetteremo l’Assemblea del 28 settembre, nella speranza che Renzi si renda conto dell’errore di valutazione fatto.

Non è stata una Mossa del Cavallo, ma la Mossa del Bardotto, rimanendo nel campo equino.

Nel Campo Largo nessuno lo vuole, da Romano Prodi al 95% del PD… ai grillini e agli estremisti di sinistra.

Lo vogliono lapidare, nel mezzo al guado, dopo averlo umiliato, come nella richiesta di abbandonare il Sindaco di Genova.

I Riformisti si augurano che nella Assemblea Nazionale del 28, Matteo abbia l’intelligenza e la capacità di tornare indietro: è sempre in tempo.

Fino a quella data saremo con lui…poi… MAI con i Grillini e i vetero Comunisti, come ci ha insegnato Matteo.

Francesco Colucci, Riformisti Toscani



domenica 8 settembre 2024

Toscana Pride: ieri non hanno sventolato le bandiere di Israele e Ucraina

I Riformisti e il Blog Think Tank Reformist hanno aderito a Toscana Pride ma ieri non hanno sventolato le bandiere di Ucraina e Israele.

I capigruppo della maggiorana ci avevano invitato ad evitare tensioni e possibili incidenti.

Anche la squadra politica della Questura ci ha chiesto di riflettere sulle possibilità che si creassero contestazioni nel corteo, imprevedibili da gestire.

Per questo e per senso di responsabilità abbiamo ripiegato le bandiere di Ucraina e Israele senza farle sfilare, pur non condividendo tale richiesta.

Al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale e ai Capi Gruppo di maggioranza, che ci hanno chiesto di fare un passo indietro e che abbiamo responsabilmente fatto, chiediamo un evento il prossimo 7 ottobre a ricordo dei tragici fatti dell’anno passato.

Un Consiglio Comunale aperto o un dibattito o un convegno, quello che si riterrà più opportuno, sulla situazione in Medio Oriente e in Ucraina, magari con la presenza del Ministro degli Esteri Tajani.

Non possiamo far passare sotto silenzio le ricorrenze di fatti atroci che hanno innescato guerre sanguinose in Europa e Palestina.

Ne possiamo accettare che si continui a mistificare su chi ha dato inizio alla atroce guerra in Palestina, con una strage di migliaia di civili inermi e giovani che si divertivano a ballare e chi è il vile aggressore dell’Ucraina per soffocarne la libertà: il Presidente Russo, Putin.

Francesco Colucci, Riformisti x TTR




venerdì 6 settembre 2024

Matteo ha ritrovato il senno…plaudiamo

Matteo Renzi nella news letter di oggi ha scritto:  

Come sapete nelle settimane scorse quattordici membri dell’assemblea nazionale e un parlamentare hanno firmato un documento per chiedere di posticipare il tesseramento al 30 novembre e di effettuare un nuovo congresso da indire entro l’anno. 

Ho detto ieri a Cerasa che intendo proporre all’Assemblea di accogliere entrambe le richieste così da valorizzare al massimo il dibattito interno e la democrazia interna.

Come Riformisti non possiamo che plaudire a questo nuova decisione di Matteo…prima Congresso subito…poi nessun Congresso…ora nuovamente Congresso subito...ma va bene così.

Si vede che la reazione della base di Italia Viva fortemente contraria ad un ribaltone repentino e totale di linea politica senza fare un Congresso ha fatto riflettere Matteo su quella che sarebbe stata la fine ingloriosa del nostro Partito dopo una scissione dell’atomo.

Crediamo anche che le parole offensive e ingiuste di Romano Prodi abbiano aperto gli occhi a Matteo su cosa gli aspetterebbe nel maleodorante Campo largo...genuflessione, cilicio e crocifissione.

Prendiamo atto di questa nuova presa di coscienza che Italia Viva è il partito di tutti noi e non di uno solo e continueremo come Riformisti a lavorare con impegno per il successo di Matteo e di Italia Viva.

Francesco Colucci Riformisti x TTR



lunedì 2 settembre 2024

Onoriamo SANDRO PERTINI, combattente per la libertà.

 


Mercoledì 4 settembre alle ore 12, il Sindaco di Lucca, Mario Pardini inaugurerà una nuova strada intitolata a Sandro Pertini, Comandante Partigiano, Presidente della Repubblica e leader storico socialista.

Vi chiedo di essere presenti a testimoniare che la battaglia che abbiamo fatto per questa intitolazione era battaglia di popolo.

In particolare, mi rivolgo agli amici socialisti per una loro testimonianza.

L’appuntamento è alla nuova rotonda sulla Sarzanese, prima di Nave.

Francesco Colucci, 3480533233



Perché il Presidente della Provincia non può essere di continuità a Menesini.

 La Presidenza Menesini ha fatto più danni della grandine al territorio lucchese.

Ponte sul Serchio: un grave errore della Provincia nella preparazione degli atti ha causato il blocco della gara di appalto e la ripetizione di moltissimi atti burocratici che hanno causato tre anni di ritardo nell’appalto con danni di molti milioni di euro alla collettività toscana.

Il grave che dopo aver ammesso l’errore il Presidente Menesini non ha neppure offerto le sue dimissioni o aperto una procedura per accertare le responsabilità nell’amministrazione, per un danno di oltre 3 milioni.

Assi Viari: il comportamento del Presidente Menesini è stato costantemente dilatorio alla realizzazione dell’opera a difesa non della comunità provinciale ma di interessi di alcune parti del Comune di Capannori, causando anche qui ritardi di anni e danni economici all’intera economia del nostro territorio.

Raddoppio Ferroviario: La Provincia sotto la Presidenza Menesini non ha sollecitato l’esecuzione dei lavori di raddoppio ferroviario per anteporre problematiche di sottopassi ferroviari nell’esclusivo interesse di Capannori, causando un ritardo di oltre due anni alla conclusione dell’opera.

Assistiamo ad una candidatura PD, con Pierucci, che si presenta come continuità a Menesini: una forzatura politica inaccettabile, con tutti i Sindaci bravi e di consolidata esperienza che ci sono nei Comuni della nostra Provincia.

Una continuità con scelte amministrative di parte, mai nell’interesse primario del territorio provinciale, non può essere condivisa.

I Riformisti ritengono indispensabile un Presidente che sia dichiaratamente di discontinuità con Menesini, per recuperare tutti gli errori fatti nella sua gestione e per far tornare la Provincia un Ente aperto a tutti.

Un Sindaco, con esperienza e stimato, che guardi solo all’interesse di tutto il territorio provinciale, abbia una visione complessiva e di lungo respiro per lo sviluppo armonico e condiviso dei vari Comuni interessati e abbia l’autorevolezza per non subire i giochetti della politica o la necessità di lavorare ai soli interessi del proprio Comune.

Per questo i Riformisti ritengono che le liste civiche, pur di diversa colorazione, debbono giocare un ruolo decisivo per l’elezione di un Presidente che sia di tutti, anche con la formazione di una loro lista autonoma a cui va il nostro sostegno.

Una lista con al centro gli interessi di tutto il territorio e di tutti i Comuni.

Il nuovo Presidente della Provincia deve essere un bravo amministratore che sappia unire e non dividere e non può essere votato per obbligo di Partito o per difendere la bandiera di una assai negativa passata gestione.

Francesco Colucci, Riformisti