Grazie
Grazie, grazie, grazie.
Grazie
alle amiche e gli amici che ieri hanno partecipato alla nostra prima
assemblea e grazie a tutti coloro che hanno seguito i lavori da remoto.
Un ringraziamento particolare va al gruppo che si è occupato dell’organizzazione e, su tutti, a Monica Cucci e Luigi Di Placido.
Grazie
anche a tutti gli ospiti che hanno accettato il nostro invito: Ilhan
Kyuchyuk, co-presidente di ALDE Party, Davide Giacalone, Luigi Marattin,
Giulia Pastorella, Mariastella Gelmini, Benedetto Della Vedova,
Raffaella Paita, Elena Buratti, Rahel Zibner, responsabile per l’Italia
della Fondazione Friedrich Naumann per la Libertà, Roberto Mantovani, il
tassista preso di mira dai suoi colleghi perché diffonde i numeri del
proprio fatturato.
Grazie alla Fondazione Einaudi per il prezioso supporto culturale.
Grazie a Guglielmo Piombini, strenuo difensore della libertà, titolare della leggendaria Libreria Del Ponte di Bologna, che ha tenuto un banchetto pieno zeppo di saggi sul liberalismo per l’intera durata dei lavori.
Grazie ad Andrea Marcucci, che ha accettato la presidenza del nostro
movimento.
E
sempre grazie, naturalmente, ai nostri quattro garanti fondatori:
Giuseppe Benedetto, Sandro Gozi, Oscar Giannino e Alessandro De Nicola.
Senza di loro non saremmo qui.
Noi
siamo molto soddisfatti, perché l’evento è stato molto partecipato e
molto sentito e ha trovato spazio anche sui giornali (online, ad
esempio, su Il Riformista e su La Nuova Sardegna).
Il video integrale della giornata si trova sul nostro canale Youtube.
Per
noi si tratta della ennesima conferma che lo spazio per una offerta
politica indipendente dalla destra e dalla sinistra (basta parlare di
centrodestra e centrosinistra, che sono categorie dello spirito, non del
mondo reale di oggi) c’è e chiede disperatamente di uscire
dall’astensione.
Programma e simbolo per un cambio di passo
L’assemblea è stata anche l’occasione per presentare il nostro nuovo simbolo.
Da
sempre ritenuti simbolo di pace, speranza e ispirazione, la loro
naturale capacità volare li ha resi nel tempo agenti di libertà e
indipendenza.
Il bird of freedom cantato da Seal e da tanti scrittori, poeti e patrioti della libertà è il nostro nuovo simbolo.
Nel
corso dell’assemblea Alessandro De Nicola ha presentato anche il nostro
programma, che avete potuto leggere durante i lavori e che troverete
presto sul sito.
Si
tratta dell’ottimo risultato del gruppo di lavoro diretto da Angelo
Pappadà, come poi discusso e modificato dagli associati e dal direttivo.
Per ciascun punto programmatico istituiremo dei gruppi di studio e approfondimento aperti a tutti.
Da oggi cominciamo dunque un nuovo percorso.
Come
ha detto Giuseppe Benedetto nell’intervento di chiusura, le circostanze
ci hanno portato a dover imparare a camminare sulle sole nostre gambe,
equidistanti sia rispetto alla destra, sia rispetto alla sinistra.
Quello di ieri è stato il primo nuovo passo.
Saremo
sempre la forza che cerca l’unità del mondo liberaldemocratico, perché
dividersi, semplicemente, non ha senso: non si realizza nemmeno una sola
cosa del nostro programma stando sulla soglia di sbarramento o poco
sopra.
Finché avremo un
briciolo di energia in corpo, ha detto Oscar Giannino, ci adopereremo
per l’unità del mondo liberaldemocratico. Non farlo, finirebbe per
agevolare gli avversari.
Riunirsi
in un unico movimento, all’interno del quale confinare il dibattito,
gli attriti e le discussioni per uscirne con una sintesi è infinitamente
meglio che tenere tante posizioni diverse, magari su piccole sfumature,
che disorientano lo stesso elettorato.
Elettorato che, d’altra parte, non può essere preso in giro.
Come
ha detto Davide Giacalone, fare tante piccole liste con una legge
elettorale che prevede una soglia di sbarramento è da dementi, perché
rischia di lasciate tutti a bocca asciutta e impone di contendersi lo
stesso elettorato (il che non lascia ben sperare sui metodi che
verrebbero messi in campo).
D’altra parte, mettersi d’accordo la sera prima della presentazione delle liste non è serio.
Dovremmo
pensare prima di tutto a chi vota (e vuole votare, ma non si sente
rappresentato), invece che fare calcoli su chi, come e dove eleggere
candidati.
Raffaela Paita ha detto: impariamo ad essere un’unica cosa, pur non essendo la stessa cosa, citando gli U2.
Sottoscriviamo.
Come
ha detto Alessandro De Nicola citando il Vangelo di Matteo, il nostro
parlare (e il nostro posizionamento) sarà franco e netto: sì, sì, no,
no; il di più viene dal maligno.
Grazie a tutti per essere qui e per il fatto di crederci.
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