martedì 13 giugno 2023

TTR, Congresso Italia Viva: Luigi Marattin news letter 27

Questo Blog Think Tank Reformists continua a pubblicare documenti di quanti ci scrivono su questioni che riguardano il Congresso di Italia Viva.

Le enews di Matteo Renzi vengono invece da noi ripubblicate direttamente su i nostri social e sulle nostre news letter, così come ci sono state inviate: l'ultima di ieri 13 giugno, n.885.

Nella fase congressuale crediamo che ogni voce autorevole e interessante debba essere divugata per far crescere il dibattito e fare del congresso una vetrina delle migliori idee degli iscritti e dei simpatizzanti di Italia Viva.

Pubblichiamo oggi la news letter 27 di Luigi Marattin con cui spiega e chiude la polemica sulla nomina di Raffaella Paita a Coordinatrice Nazionale di Italia Viva, in ottica del Congresso.      

 Buongiorno a tutti,

questo è un invio particolare della newsletter, perché ritengo giusto confrontarmi con chi genuinamente mi segue in merito a tutte le possibili sfaccettature inerenti una piccola questione che tuttavia sembra aver creato molto dibattito e tante situazioni spiacevoli alla interno della comunità di Italia Viva.

Saprete sicuramente che domenica, il giorno dopo l’assemblea nazionale a Napoli, Elena Bonetti ed io abbiamo scritto questo post / tweet contenente una semplice e operativa proposta. Come noto sono sempre attento a non compromettere la libera e autonoma capacità di ciascuno di farsi un’opinione, quindi rileggendolo potrete capire da soli se contenesse toni sopra le righe o meno.

Le reazioni che sono seguite - modellate sulla falsa riga dei comportamenti di  forze politiche alle quali in teoria da anni ci opponiamo - sono state in alcuni casi molto dure. C’è chi ci ha definito “miracolati”, chi “ingrati”, chi ci ha invitati ad andarcene dal partito. Per fermarci alle reazioni più gentili.

Ritengo giusto non immischiarmi nel fango social sapientemente alimentato, e invece rivolgermi a chi ha dimostrato interesse per la mia attività provando a spiegare quanto successo (e anche smontare qualche fake news) col solito metodo dello “spiegone” (perdonatemi… è la forza dell’abitudine!)

Per cui 10 domande e risposte. Come sempre, non per convincere nessuno ma “per aiutare a farsi un’opinione per conto proprio”.

1) PERCHÉ TU E ELENA BONETTI NON SIETE INTERVENUTI IN ASSEMBLEA NAZIONALE PER ESPRIMERE LA VOSTRA POSIZIONE?

Perché l’introduzione di Matteo - su cui si è impostato il successivo dibattito- era perfetta. Personalmente condividevo tutto: l’idea di separare i congressi locali dal nazionale non mi faceva (e non mi fa) impazzire, ma la discussione su quello ci sarebbe stata nel costituendo comitato per il regolamento congressuale, come aveva annunciato Matteo.  Per cui nessun problema, nessuna obiezione, nessun bisogno di intervenire.

2) E ALLORA PERCHÉ IL TWEET?

Perché la questione su cui assieme ad Elena abbiamo idee diverse (cioè la nomina  improvvisa e non pre-annunciata di un coordinatore nazionale) è stata comunicata alla fine dell’assemblea, quando il dibattito si era già concluso e non era più possibile intervenire.

3) È VERO CHE VE NE SIETE ANDATI DOPO LA RELAZIONE DI MATTEO?

No.

Personalmente sono rimasto in prima fila perché mi interessava ascoltare quanti più interventi possibile. Come sa chi era in sala e chi chiedeva di parlarmi (e si sentiva rispondere “ora devo seguire l’assemblea”). Sono andato via dopo le 14, Elena invece è rimasta #finoallafine.

4) COSA NON VI HA CONVINTO DELLA NOMINA DI UN COORDINATORE NAZIONALE?

Tre cose, e in nessuna di queste c’è un giudizio verso Lella, che è persona umanamente e politicamente splendida.

La prima l’ho già detta: non si annuncia una cosa del genere alla fine prima di salutare tutti, ma durante il discorso introduttivo. Proprio per dar modo alle persone ( “che hanno pagato il biglietto per il viaggio a Napoli”, come ha scritto l’ufficio stampa di Iv ) di esprimersi.

La seconda: non sono un fan dei cavilli e delle procedure, ma nell’attuale Statuto non esiste ne’ la figura di “coordinatore nazionale” ne’ il potere del Presidente di nominarla...

5) ASPETTA ASPETTA… NON È VERO. LA NOTA DELL’UFFICIO STAMPA DI ITALIA VIVA DICE DI SI.

Basta leggere lo Statuto, invito tutti a farlo.

All’art.10 sono descritti i poteri del Presidente. Al comma 3 è scritto che “ha poteri di nomina secondo le disposizioni del presente Statuto”.

Che non vuol dire, come qualcuno sta cercando di farvi credere, “può nominare chi vuole in qualsiasi ruolo, che esso esista o meno”.

Ma vuol dire “può effettuare le nomine che il presente Statuto gli consente di fare”.

E il “presente Statuto” al riguardo è molto chiaro, quando all’articolo 5.2.4. disciplina i poteri di nomina del Presidente: la nomina dei coordinatori territoriali, che infatti come sappiamo fino ad oggi sono stati nominati dal Presidente.

Pertanto l’affermazione secondo cui la nomina di un coordinatore nazionale rientri nelle previsioni dello Statuto è totalmente destituita di ogni fondamento.

6) VABBÈ TORNIAMO ALLA POLITICA DAI.

Esatto, come dicevo non mi appassionano i codicilli. Perlomeno finché non vengono raccontate falsità. Un metodo che abbiamo sempre fieramente avversato.

Il terzo motivo per cui abbiamo dubbi è appunto politico. Nel momento in cui si chiamano gli iscritti a eleggere il coordinatore comunale, quello provinciale e quello regionale (in un contesto aperto e contendibile) non è chiaro perché, invece, un coordinatore nazionale in carica per ben più di un anno (“fino a dopo le Europee”) debba essere comunicato a fine Assemblea.

7) MA PERCHÉ NON NE AVETE PARLATO NEGLI ORGANISMI DIRIGENTI?

Perché al momento IV ha soltanto l’Assemblea Nazionale come organismo dirigente operativo, che si è riunito 9 volte in 4 anni. Ma in tale organismo, appunto, la cosa non è stata comunicata in modo tale da poter essere discussa.

Non è operativo alcun altro organismo dirigente.

8) MA PERCHÉ NON NE AVETE PARLATO CON MATTEO 

Ovviamente lo abbiamo fatto, ieri mattina prima di fare il comunicato. La lealtà - pur nell’autonomia di pensiero - viene prima di ogni cosa. Anche se non prima della dignità.

In ogni caso mai avremmo preso una posizione pubblica senza avvertire Matteo. Che tra l’altro è stato totalmente tranquillo sulla vicenda, vedendola per come è: e cioè una opinione diversa su un punto.

9) CI SONO DIVERGENZE POLITICHE “DIETRO”?

No. Come noto, io era tra coloro che hanno lottato per non dividere i gruppi in Parlamento, pur avendo preso atto del fallimento momentaneo della Federazione con Azione.

Ma si tratta di una posizione politica, ovviamente opinabile. Cioè quella di chi è convinto che l’unica vera prospettiva sia continuare a lavorare per un contenitore più ampio e con regole diverse. E che sia l’unico modo per sconfiggere populismo e conservazione.

10) E ORA VOLETE USCIRE DA IV?

Ho iniziato ad appoggiare le idee di Matteo Renzi da quando si candidò alle primarie per sindaco di  Firenze, nel 2008. E in questi 15 anni a questa comunità ho dato tutto me stesso, e anche di più. L’ho fatto, recentemente, anche in giorni e ore della mia vita in cui probabilmente avrei dovuto pensare ad altro.

Stare in questa comunità secondo me vuol dire contribuire alla sua crescita esprimendo le proprie idee, nel rispetto delle regole e degli organismi dirigenti, quando queste due cose sono presenti.

E anche nel rispetto delle persone. Se in questa piccola vicenda il rispetto ci sia stato o no (e da chi verso chi), lo lascio come sempre decidere a voi.

Nelle tante iniziative locali alle quali molti di voi sono stati così gentili da invitarmi l’ho ripetuto spesso: un progetto politico in Italia sarà pienamente vincente non solo quando avrà i “4 elementi” (leader, classe dirigente, messaggio/contenuti e organizzazione come ho avuto modo di spiegare in una intervista a QN - Resto del Carlino - la Nazione) ma quando coloro che lo portano avanti capiranno che la cooperazione tra loro rende più che la competizione personale.

Ed è una delle cose di cui sono maggiormente convinto nella vita.

Ma “cooperazione” non significa eseguire ogni tipo di ordine senza poter mai esprimere il proprio punto di vista, pena l’essere considerato un pericoloso nemico del popolo contro cui organizzare una campagna social, se così poi si può persino chiamare.

Significa costruire una comunità con regole chiare e con organismi dirigenti funzionanti , riconoscere e favorire le complementarietà tra le persone (e non le rivalità), costruire la partecipazione e il confronto tra le opinioni diverse. Non avendo paura di esse, perché comunque quello che ci unisce è talmente forte e talmente bello - inclusa la fiducia per il leader - da poterci permettere di costruire insieme un dialogo che consenta la crescita collettiva e il rafforzamento del progetto comune.

Vi dovevo questo chiarimento, e spero sia stato utile. Non aveva altro scopo: come vi ho detto, non è mia intenzione alimentare contrapposizioni ne’ tra persone ne’ tra gruppi organizzati di persone. La cooperazione - se vissuta realmente e non come mero annuncio - rende più della competizione.

Rimango sempre a disposizione per continuare le nostre battaglie insieme.

Un caro abbraccio a tutti

Luigi



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