martedì 30 luglio 2024

Superare questo inconcludente bipolarismo: oltre il suicidio dei "galli cedroni" di Paolo Razzuoli

 Pubblichiamo un articolo del Prof.Paolo Razzuoli sulla crisi del Terzo Polo.

E' sufficiente provare a parlare dell'argomento con qualcuno, per toccar con mano la sfiducia di cui gode in Italia la politica e, più in generale, la gestione della cosa pubblica. Un atteggiamento che, direi inevitabilmente, si riflette sulla diserzione delle urne che, come si è visto alle recenti elezioni europee, ormai supera il 50% degli aventi diritto al voto.

Uno scenario che certo non giova alla salute della democrazia, un pericolo di cui si parla per qualche giorno dopo le elezioni, e che puntualmente va nel dimenticatoio salvo riprenderlo alla successiva scadenza elettorale: così è puntualmente accaduto negli ultimi decenni allorché la partecipazione al voto è progressivamente scesa.

Mi rendo perfettamente conto della difficoltà del problema e dello straordinario sforzo che va messo in campo per cercare di risolverlo. Uno sforzo che va, a mio modo di vedere, articolato su tre versanti, da un lato una profonda revisione del sistema politico, in secondo luogo operando alcuni necessari nterventi di modifica istituzionale, ed in fine la presa di coscienza che è improcrastinabile un salto nella qualità della politica.

Tre canali di intervento complementari e necessari, per cercare di raggiungere l'obiettivo di una democrazia realmente governante e, nel contempo, di cercare di ricucire quel tessuto di fiducia fra società ed istituzioni che ora si è pericolosamente rotto.

Una rottura ancor più pericolosa, posto che in essa si sono inserite le più devastanti pulsioni populiste: pulsioni che alimentando le spinte antipolitiche contribuiscono in modo determinante a rompere quella coesione fra società ed istituzioni che costituisce la pietra miliare della democrazia rappresentativa.

Attorno a questi punti credo possa essere costruita una credibile proposta di una forza riformista nella quale potrebbero forse anche riconoscersi molti

di quegli elettori delusi e smarriti che non si presentano più alle urne. Una proposta riformista di natura liberal-democratica, che andrebbe costruita con una grande attenzione ai contenuti, per far sì che il riformismo non sia una parola vaga in cui più o meno tutti possano riconoscersi, bensì una piattaforma chiara nei metodi e nei contenuti, che indichi la meta e la traiettoria che si intende seguire. 

In questi decenni, il bipolarismo italiano, delresto frettolosamente nato nella temperie politica del golpe mediatico-giudiziario di tangentopoli e di mani pulite, si è dimostrato inadeguato ad affrontare i tanti nodi in cui si dibatte il sistema Italia.

Credo che non sfugga a nessuno che quasi tutti i problemi dell'oggi sono gli stessi di quasi trent'anni fa, aggravati dalla inevitabile azione corrosiva del tempo: scarsa produttività, mancanza di una politica industriale seria, burocrazia invadente, inefficiente ipertrofica e costosa, problemi della giustizia, mancanza di visione nelle scelte politiche strategiche, decadimento di importanti servizi pubblici essenziali quale ad esempio la sanità. A ciò va aggiunta la debolezza dei numerosi governi che si sono succeduti, siano essi stati governi politici o tecnici, in una girandola ben nota su cui non serve indugiare.

Un bipolarismo, il nostro, che è servito sì per vincere le elezioni, ma non certo per governare. Infatti, non raramente, le varie componenti dei "poli" hanno poi fatto scelte diverse, ma, anche quando ciò non è accaduto, abbiamo assistito, come delresto anche nel momento presente, a fortissime conflittualità fra forze alleate nella maggioranza governativa. E ancora: vi immaginate Renzi, autore del Jobs Act, assieme a chi vuole cancellarlo? E ancora: vi immaginate i garantisti di Italia Viva assieme ai giustizialisti che a Genova hanno manifestato per le dimissioni di Giovanni Toti, imprigionato con una procedura che richiama il tribunale dell'inquisizione?

Una situazione che non consente certo di affrontare le difficili sfide poste da un serio disegno riformista, che richiede credibilità, coesione e forza politica.

A nessuno può inoltre sfuggire la tendenza alla radicalizzazione dello scontro politico, che vede sempre più rafforzarsi le componenti più estreme dei poli.

Una tendenza non solo italiana, come le recenti vicende francesi attestano, che impone scelte volte alla deradicalizzazione del sistema politico, che può essere ottenuta solo tramite la presenza di una forte componente centrista quale fattore di stabilizzazione del sistema.

La sfida vera è quella di sconfiggere i populismi di destra e di sinistra. Non è certo quella di sostituire i populisti di destra con quelli di sinistra.

Credo insomma che occorra il coraggio e la consapevolezza di prendere atto del fallimento di questo inconcludente bipolarismo che, con le sue debolezze e contraddizioni si è posto come fattore inibente di ogni tentativo di intervenire seriamente sulle fragilità del nostro sistema paese.

E non si può dire che segnali incoraggianti non siano giunti dall'elettorato. IL risultato ottenuto dal cosiddetto "Terzo Polo" alle elezioni del 2022, è stato sicuramente incoraggiante. E lo è stato ancor più laddove si considerino le circostanze che hanno portato alla definizione della proposta, presentata all'ultimo tuffo, e con molti dubbi sulla sua tenuta, stante l'inettitudine alla leadership dei due maggiori rappresentanti di Italia Viva ed Azione, ovvero le componenti che nell'esperienza si sono riconosciute.

Dubbi che poi si sono rivelati purtroppo veritieri, stante le vicende che hanno portato l'esperienza a dissolversi come neve al sole.

E qui mi corre l'obbligo di tornare nuovamente sulla mancanza di leadership di Renzi e Calenda, una mancanza che si è tradotta nel fallimento dell'esperienza.

Due parole sul senso della leadership. - La leadership è la capacità di farsi interprete e garante delle volontà collettive, gestendone le strategie ed aiutandone la crescita politico-culturale. E' dunque cosa ben diversa dall'amministratore delegato o dal presidente di una società per azioni. 

La leadership è un'attitudine deltutto diversa da quella del dirigente d'azienda, e di leadership non c'è stata traccia, in una gestione che ha visto Italia Viva ed Azione considerate come strumenti di propietà di chi se ne è servito anzitutto per le proprie mire personali.

Da qui il mio rifiuto di aderirvi, anche se, auspicando la nascita di un polo che consentisse il superamento dell'attuale bipolarismo, in varie circostanze ho offerto vicinanza all'esperienza.

Certo alle Europee le cose sono andate male circa il risultato pratico. Ma vogliamo un attimo soffermarci sulle cause e sul modo con cui la proposta è stata presentata?

Non solo i due gruppi si sono presentati divisi, ma non possiamo ignorare nemmeno il percorso accidentato in cui dal 2022 in poi si sono infilati. Quale

credibilità pensate che possano avere forze che, sotto la guida di figure sprovviste di vera leadership, hanno dato vita ad un "teatrino" del ridicolo e dell'assurdo?

Ebbene, il risultato del quasi 8% capitalizzato da Azione e da Stati Uniti d'Europa, non è certamente poco quale base di partenza per una nuova esperienza politica. 

Certo occorre saperla costruire, anzitutto liberandola dalla ingombrante tutela dei due "galli cedroni", interessati a combattersi in barba a chi, nelle loro rispettive basi, credeva sinceramente nel progetto.

Speriamo quindi che il percorso possa proseguire. Ne conosco benissimo le difficoltà, ma so anche che la storia ci insegna che molte volte dopo le iniziali difficoltà i buoni progetti politici possono prendere il largo.

Renzi ha scritto che le elezioni europee hanno sancito l'irrilevanza del Terzo Polo: un'affermazione che offende qualsiasi intelligenza politica. Se Renzi ha deciso di privilegiare il suo posizionamento personale, ha tutto il diritto di farlo, ma non prenda in giro. 

Se c'è un dato che emerge da queste elezioni europee, è proprio quello di lavorare per la costruzione di un serio polo centrista, liberal-riformista, partendo dal consenso ottenuto da coloro che ad esso si richiamano, ancorché in questa occasione presentatisi incolpevolmente divisi.

 Un nuovo soggetto politico che si proponga agli elettori con un programma chiaro sui tanti problemi che da decenni attendono una soluzione, ed altrettanto chiaro sulla volontà di ridare all'elettorato una autentica capacità di scelta di chi dovrà rappresentarlo in sede politico-amministrativa, chiudendo finalmente una stagione in cui, aldilà dei proclami sulla vocazione democratica, il Parlamento è stato sostanzialmente scelto da poche decine di persone.

E qui ci sarebbe da riflettere attorno alla sincerità democratica di forze che nei fatti adottano mezzi da regime: una sorta di fascismo all'incontrario che, si badi bene, riguarda un po' tutti i soggetti attualmente presenti nel panorama politico italiano.

Quindi il ripristino delle preferenze, ed una Legge Elettorale di impianto proporzionalista, sul modello tedesco, con lo sbarramento per evitare l'eccessiva frammentazione.

Ogni componente potrà così presentarsi con il proprio programma; sarà poi la mediazione da farsi in sede politico-parlamentare, come delresto accade in Germania, che deciderà le alleanze. Si potranno poi studiare alcune riforme istituzionali per rafforzare l'esecutivo, quindi per l'ottenimento di una democrazia meglio governante. Come ben si vede, una strada completamente diversa rispetto a quella del premierato, proposta dall’attuale maggioranza.

Vedremo mai la nascita di questa forza? Non so, forse è utopia. Ma l'utopia nella storia umana ha spesso giocato un ruolo fondamentale.

Qualcosa sembra muoversi ed alcune figure di rilievo sembrano voler prendere le distanze dalle giravolte personalistiche del loro capo. C'è poi qualche segnale dalla società civile che speriamo trovi la forza di organizzarsi. Penso sia necessario un movimento di stimolo dal basso, anche se andrà guidato da una leadership forte e credibile.

Non è facile, ma di questo il Paese avrebbe bisogno, per provare a fronteggiare le sfide che lo attendono sia sul versante interno che su quello internazionale.

Certo la storia ci insegna che spesso non accade ciò che sarebbe opportuno accadesse. Speriamo che in questa circostanza si smentisca.

Infine la conclusione del mio ragionamento: andare oltre il suicidio dei "galli cedroni", ragionando finalmente di politica, ed armandosi di pazienza per affrontare un percorso seminato di ostacoli, che potrà dare frutti solo nel medio-lungo periodo, ma necessario per il Paese e, credo, anche capace di riportare alle urne quei milioni di elettori ed elettrici attualmente delusi, disaffezionati e smarriti.

Lucca, 29 luglio 2024



 

domenica 28 luglio 2024

Appello di TTR agli Iscritti di Italia Viva:

Chi vuole continuare a lottare per un nuovo Partito Liberale e Riformista si unisca a noi per la prossima battaglia Congressuale.

Il Blog Think Tank Reformist (TTR), si batte da circa due anni, per contribuire a costruire un Partito Liberale e Riformista, al “Centro” della vita politica Italiana e Toscana, fedeli alle indicazioni di Matteo Renzi.

In questo momento di difficoltà per la costruzione di questa prospettiva Liberal-democratica e i dubbi di Matteo, 

TTR, con i suoi iscritti a Italia Viva, si propone come momento di costruzione e organizzazione di una componente Liberale e Riformista all’interno di Italia Viva, in Toscana, in preparazione del Congresso e delle Assemblee che Matteo Renzi ha annunciato.

Think Tank Reformists cercherà di essere punto di riferimento e informazione di tutti coloro che all’interno di Italia Viva e anche al di fuori, in Toscana, vorranno impegnarsi per portare avanti in ogni consesso una linea Liberale e Riformista, 

NON  CONDIVIDENDO nessuna forma di Margherita2 ne di associazione con Grillini, Sinistra e Verdi e neppure con l’attuale gestione del PD.

Chiunque può associarsi con noi, iscritti e simpatizzanti, l’adesione è libera, non ha alcun costo, è la costituzione e organizzazione di una “corrente di pensiero” in Toscana, per i futuri dibattiti di Italia Viva.

PER FAR PARTE DI TTR, con la posizione politica “Al Centro con Renzi- Costruiamo un nuovo Partito Liberale e Riformista”, 

DEVI SOLO MANDARE UNA RICHIESTA DI ADESIONE AL GRUPPO WHATSAPP “RIFORMISTI AL CENTRO” 3480533233, oppure una mail di adesione a colucci.lucca@gmail.com,

Sarete informati sui dibattiti in corso, le novità, le indiscrezioni, le proposte.

Sul Gruppo si potrà discutere e prepararsi per gli incontri di Italia Viva delle prossime settimane, rafforzando la nostra prospettiva che è solo quella autonoma da tutti e Liberaldemocratica.

Francesco Colucci, Riformisti Toscani iscritto anche nel 2024 a IV e Libdem.

PS, Nei prossimi giorni il Blog TTR vedrà un primo articolo per il lancio di questa iniziativa che sarà intitolato: MATTEO O MATTIA.



 

 

  

 

 

sabato 13 luglio 2024

Italia Viva: Assemblea Regionale della Toscana , io la penso così

Sta circolando sul web una lettera di convocazione della Assemblea Regionale della Toscana per venerdì 19 luglio, ad oggi non arrivata ufficialmente agli iscritti, a firma del Presidente dimissionario Danti, che prevede all’ordine del giorno, tre punti: una sua relazione politica, le sue dimissioni, l’elezione del nuovo Presidente.

A margine l’indicazione che, se un iscritto desidera porre la sua candidatura a Presidente, lo può fare comunicandolo ad un indirizzo mail.

Questa convocazione, se vera, è l’ultimo atto di una Presidenza regionale che dire infelice è molto poco.

Dopo quello che è successo in questa campagna elettorale regionale, le decisioni e i comportamenti del Presidente uscente, i controversi risultati elettorali in Toscana, l’annuncio da parte di Matteo di un Congresso Nazionale per ottobre, con alla base il nuovo tesseramento 2024: tutto avrebbero consigliato un percorso diverso.

Un percorso da Partito vero, come vogliamo essere.

Un Partito che ha in Matteo un leader indiscusso, ma dove lui stesso ha capito che occorre ora una riflessione politica seria e partecipata, attraverso un Congresso dove si discuta di politica, dove si decida se siamo per andare avanti con il Terzo Polo da veri Riformisti e Liberali o tornate indietro con una Margherita2, ancilla di un PD populista.

Credo che sarebbe utile che la prossima Assemblea Regionale aperta dalla comunicazione del Presidente dimissionario, accettasse le sue dimissioni ed iniziasse una discussione politica da sviluppare in successive riunioni, anche attraverso Assemblea Provinciali.

Una discussione politica su cosa vogliamo essere in Toscana, quali le prospettive per le prossime elezioni regionali e locali, quale organizzazione dare al Partito.

Una discussione a tutto campo.

Per la gestione provvisoria del Partito Regionale in Toscana nominiamo tre reggenti con il compito anche di gestire una fase pre-congressuale di un Congresso Regionale da convocare subito dopo quello nazionale.

Una gestione straordinaria di pochi mesi, una gestione Istituzionale, che potrebbe essere composta da Stefania Saccardi, Stefano Scaramelli più un rappresentante autorevole delle province toscane, che potrebbe essere Edoardo Fanucci, per la sua esperienza e per il grande successo avuto alle elezioni comunali.

Non ho la presunzione di insegnare nulla, né pretendo di dare soluzioni compiute, ma che tutti noi, come Matteo dixit, abbiamo bisogno ora, di una seria e approfondita discussione politica, è incontrovertibile.

Le persone ci votano con difficoltà perché non siamo né carne né pesce e non ci considerano una prospettiva certa e sicura, nella politica Italiana.

E’ l’ora di dire ufficialmente in un Congresso chi siamo, dove vogliamo andare, anche in Toscana.

Un Partito vero discute di politica prima di eleggere dirigenti regionali: non l’abbiamo fatto nell’ultimo Congresso, non facciamo lo stesso errore.

Francesco Colucci, iscritto a Italia Viva e blogger di Think Tank Reformists



 

 

giovedì 4 luglio 2024

Il nuovo Vangelo secondo Matteo che i Riformisti vorrebbero.

L’insuccesso elettorale delle forze liberaldemocratiche non solo in Italia, con l’estremizzazione a destra e sinistra, ha creato incertezza e preoccupazione.

In tutta Europa, ma soprattutto in Italia.

Con questo ritorno forte al bipolarismo si sono aperti scenari politici nuovi…anzi vecchi.

Alcuni dei Partitini del fallito tentativo unificante di Stati Uniti d’Europa, si sono già prostrati al PD.

Lo stesso Calenda pare avviato sulla stessa strada frenato solo dal fatto che perderebbe metà Partito che emigrerebbe in Forza Italia…ma alla lunga anche lui tornerà nella casa madre PD.

Matteo Renzi, dopo aver giustamente convocato il Congresso, si pone ore due strade, invero opposte: Proseguire nel tentativo di realizzare il Terzo Polo anche con un suo passo indietro o tornare ad una seconda scialba edizione di Margherita due, un Partito satellite del PD adibito alla cattura dei riformisti che aborrano votare per eredi del Comunismo.

Per i Riformisti di TTR la strada è una sola: Terzo Polo o, meglio, un nuovo Partito, Liberal-democratico di Centro senza se e senza ma.

Un Partito di “Riformisti al Centro” politicamente indipendente dalla sinistra e dalla destra, entrambe largamente populiste nella conduzione.

Lodevole e coraggioso il tentativo di Marattin e Costa, ma le aggregazioni di più Partitini sono già fallite, più volte.

La proposta, anche questa populista: partiamo dal basso, con una Costituente aperta a tutti e un Leader da trovare in primarie aperte, non è condivisibile, perché irrealizzabile.

I Riformisti credono che non servano scorciatoie e che la via maestra non sia né breve né facile e deve passare da precisi atti politici conseguenti.

Innanzi tutto, Italia Viva, perché la realtà più strutturata.

Come proposto da Matteo, un Congresso straordinario di Italia Viva per definire nella chiarezza programmi, ruolo e posizionamento.

La definizione di una politica con un voto Congressuale e non per e. News del Leader.

Un Congresso vero, Politico, che dia certezze all’elettorato di una scelta di campo, chiara e precisa, verso un vero CENTRO, senza simpatie, ammiccamenti, nostalgie al PD.

Una scelta che sfoltirà di alcuni “orfani del Pd” che con le loro condotte a livello locale, contradditorie con quelle chiare di Renzi, anche a Lucca, hanno contribuito a confondere l’elettorato moderato e liberale, a non fidarsi della proposta di Stati Uniti d’Europa e a preferire la lista di un morto o non partecipare al voto.

Il prossimo Congresso di Italia Viva deve concludersi con l’approvazione di una linea politica inequivocabile.

Se vi sarà una forte maggioranza sulla scelta Centrista, anche nelle Province, potremo passare alla seconda fase con il cambiamento del nome.

Riformisti al Centro (RC) a noi piace molto e siamo per l’organizzazione di un Partito vero, non certo ottocentesco per il funzionamento degli organi, ma dove si discute di politica ad ogni livello e siamo coerenti con la scelta politica fatta a livello nazionale.

Un Congresso aperto a tutti coloro che vogliano costruire assieme un nuovo Partito Liberal-democratico non frutto del solito accordicchio fra leader ma fondato su una mozione politica inequivocabile e votata.

Leader: dovrà uscire dal Congresso, ma il miglior segnale sarebbe quello di un gruppo dirigente allargato ed eletto, che non rinneghi il passato ma faccia capire che il nuovo Partito “Riformisti x il Centro” non è più un Partito del Leader, ma un Partito politico pluralista nella gestione e nelle scelte.

Matteo Renzi, deve fare questa scelta coraggiosa, di umiltà ma fedeltà alla causa liberal-democratica.

Per questo auspichiamo che Matteo Renzi rimanga Presidente anche del nuovo Partito ma con l’elezione di un Segretario che questo nuovo Partito lo sappia costruire effettivamente soprattutto nelle Province.

Nuovi giovani dirigenti preparati con due sole prerogative: eletti e liberi.

Soprattutto in Toscana dove gli effetti presunti o reali di un Giglio Magico fiorentino hanno negativamente influito sull’esito elettorale.

E’ inammissibile che il Presidente Regionale Danti sia ancora al suo posto e non sia stato cacciato, dato che non ha avuto neppure la dignità di dimettersi, dopo l’incresciosa decisione di non accettare la candidatura alle Europee perché insoddisfatto del suo porzionamento in lista dopo dieci anni di Parlamentare Europeo e aver staccato il telefono e non si sia fatto più vedere in tutta la campagna elettorale.

Quanti migliaia di voti è costata questa defezione, soprattutto alla coraggiosa candidatura a Sindaco di Firenze, di Stefania?

Abbiamo bisogno di scelte politiche chiare, ma anche di coerenza e serietà.

In Toscana come in Italia persone preparate, politicamente affidabili ce ne sono molte in Italia Viva come nel mondo liberal-democratico.

Giovani, liberi e liberali, da dare all’elettore la percezione che c’è la volontà politica di costruire veramente qualcosa di nuovo al Centro.

Francesco Colucci, Riformisti x Think Tank Reformists