Tav, i due trucchetti dell’analisi costi-benefici di Toninelli,
L’analisi
costi-benefici sulla TAV commissionata dal ministro Toninelli?
Un
rapporto di 79 pagine in cui la ciccia sta tutta in due “trucchi” che conducono
al risultato già atteso: a detta di Toninelli, l’opera non conviene.
Quali
sono i due trucchi?
Il
primo: prendere le stime di crescita dei flussi delle merci e dei passeggeri
(elaborate nel 2011 dall’Osservatorio per il collegamento ferroviario
Torino-Lione) e tagliarle.
Lo
scenario “Osservatorio 2011” parla di una crescita media annua dei flussi di
merci e passeggeri lungo la linea Tav del 2,5%.
Cosa fanno allora gli arditi
estensori dell’analisi pubblicata dal ministro Toninelli?
Creano
un altro scenario – definito orwellianamente “realistico” – in cui la crescita
media annua dei flussi di merci e passeggeri
è solo dell’1,5%.
In questo modo, riducono i benefici attesi del
progetto.
Il
secondo trucco: assumere che i benefici ambientali del passaggio dalla gomma
alla rotaia di una quota del traffico transfrontaliero siano pressoché nulli.
La stima dell’Osservatorio 2011 monetizzava questi benefici in 5 miliardi,
mentre lo scenario chiamato “realistico” dagli esperti di Toninelli considera
questo beneficio trascurabile, perché – secondo l’analisi del MIT – “obiettivi
ambiziosi di riduzione possono essere conseguiti solo grazie all’innovazione
tecnologica dei veicoli e alla conseguente riduzione delle emissioni unitarie”.
Insomma, abbiamo scoperto che per il governo gialloverde la transizione del
trasporto merci dai mezzi pesanti stradali al treno è indifferente (anzi,
nell’analisi è considerato addirittura “socialmente inefficiente”).
Con
queste due rapidi e intelligenti mosse, l’analisi costi-benefici di Toninelli è
servita e pronta all’uso.
Lezione
per il futuro: se vogliamo che qualcuno creda alle fandonie, definiamole
“scenario realistico”.
Piercamillo Falasca +Europa - 12 febbraio 2019
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