giovedì 9 maggio 2024

Capannori: I soliti furbetti del PD stanno inciuciando un mini accordo con i Grillini?

Il giorno prima della presentazione delle liste è apparso sui mass media locali un breve e contorto articolo in cui si parla dell’appoggio dei Grillini a Del Chiaro, ma anche di una “intesa politica” sui beni pubblici, l'acqua, la tutela ambientale e la promozione delle comunità energetiche.

Nessuna precisazione se, quando e chi abbia firmato questa intesa fra Grillini e Del Chiaro e/o il PD e sul fatto che esista, che avrebbe forte rilevanza politica.

Unica certezza, che si indicano due persone rappresentanti dei Grillini da inserire nella lista Capannori corre. Che è e rimane, una lista civica.

Non si capisce se è il tentativo del PD di costruire surrettiziamente “un Campo largo” perdente e superato, aggiungendo nottetempo e a tempi scaduti, un accordo con i Grillini a quelli già stipulati e pubblicizzati nelle scorse settimane con Azione, Italia Viva + Europa.

Una alleanza elettorale, esclusivamente locale, di Capannori, che ha alla base solo un chiaro accordo programmatico a tutto tondo ed in cui, la realizzazione degli Assi Viari e del raddoppio Ferroviario, sono l’asse portante.

I Riformisti confermano che mai nessun accordo di “campo largo” palese o occulto è stato firmato nel nostro territorio ed è utopia pensare che lo sarà in futuro.

Le posizioni di Matteo Renzi e di Italia Viva su un PD grillizzato e una destra sovranista sono chiare, come è chiara la scelta elettorale nazionale, per gli Stati Uniti d’Europa, assieme a +Europa, PSI, Libdem, Radicali, Italia c’è.

Su questa pasticciata vicenda, dell’ultimo giorno utile, il PD, Del Chiaro e Francesconi forse dovrebbero sentire il bisogno civico di dare alcuni chiarimenti, per onestà intellettuale nei confronti dei cittadini che andranno a votare e delle altre forze politiche.

Francesco Colucci, Riformisti x Think Tank Reformists  



martedì 7 maggio 2024

Matteo Renzi e il PD

Sole 24ore: Il Presidente di Italia Viva Matteo Renzi, si è espresso sulla proposta di referendum per l'abolizione del Jobs Act:

"Ciascuno la pensi come vuole, ma il dato di fatto è che il PD ha approvato questa legge con gli stessi parlamentari che adesso andranno a raccogliere le firme per abrogarla.

Il Partito Democratico ormai non esiste più.

Il PD riformista che avevamo conosciuto non c'è più".

"Si scrive Schlein si legge M5S, si scrive Schlein si legge Cgil",

La Stampa: Renzi: “Il Pd oggi è succube dei 5 Stelle. Prodi sbaglia sul campo largo”

X: "La segretaria del PD firma per abolire una legge voluta e votata dal PD,

“Finalmente si fa chiarezza”:

“Loro stanno dalla parte dei sussidi, noi dalla parte del lavoro.”

Amici riformisti: ma come fate a restare ancora nel PD?"

Leopolda: “Vi dico perché a Firenze il Pd non è più il nostro Pd: perché non fa le primarie, perché prende i soldi delle multe, perché fa lo stadio con i soldi pubblici, uno scandalo.

“Di sinistra? Non siete nemmeno mancini voi”.

“Cambiate nome, siete il Partito delle Poltrone, non il Partito democratico.  

Conclusione dei Riformisti di Think Tank Reformists:

Matteo Renzi ha pienamente ragione:

Il PD non esiste più.

Non è più un Partito Riformista.

Si è “mutato” in un'altra cosa: un partito massimalista, populista, sottomesso ai Grillini e ad una CGIL, antisistema.

L’elettorato democratico e riformista che votava PD, non può più farlo, ha una unica strada: votare Stati Uniti d’Europa.

Gli iscritti e i dirigenti del PD che credevano in un partito Riformista, debbono prendere atto che non è più così: non possono fare altro che uscire dal PD e venire con Italia Viva e Matteo Renzi.

Francesco Colucci, Riformisti x TTR



 

 

lunedì 6 maggio 2024

Stati Uniti d’Europa: Liste e Preferenze

Le liste SUE in tutte le cinque circoscrizioni elettorali presentano persone di assoluto valore culturale e professionale.

Nella nostra circoscrizione dell’Italia centrale abbiamo inoltre due autorevoli capilista: Gian Domenico Caiazza e Emma Bonino e in fondo alla lista, Matteo Renzi.

Noi Riformisti di Think Tank Reformists riteniamo che tutti e 15 i candidati sia degni di attenzione e di preferenza, tutti ugualmente votabili.

Crediamo che vi debba essere massima apertura, simpatia e valorizzazione per le campagne elettorali di ognuno di loro.

L’importante è che la lista SUE prenda il maggior numero di voti possibile nell’interesse dell’Europa e dell’Italia.

Ognuno voti liberamente chi vuole, ma cerchi di portare più voti possibile alla lista SUE.

Detto questo è ovvio che ognuno abbia le sue preferenze sui candidati ed è giusto che le professi, le spieghi e le sostenga.

I Riformisti per TTR ritengono prioritario indicare come prima preferenza Matteo Renzi, per la coraggiosa battaglia che sta conducendo assieme a Macron e Draghi per rinnovare questa Europa e per evitare un suo collasso politico.

Per le altre due preferenze vi sono varie possibilità a secondo dei criteri che si vorrà privilegiare.

Se crediamo opportuno provare a far eleggere una seconda iscritta di Italia Viva, come pensiamo noi Riformisti, dobbiamo votare Marietta Tidei, che Matteo ha messo al terzo posto in lista, subito dopo i capilista Caiazza e Bonino, come chiara indicazione per Italia Viva.

Una candidata autorevole per il valore e la stima conseguita sul campo in parlamento e nel consiglio regionale del Lazio,

Se vogliamo valorizzare una candidatura toscana Rosa Maria Di Giorgi è una fiorentina di grande valore culturale, con due legislature da deputata alle spalle.

E votare Matteo e due donne è cosa che ci intriga molto.

Valida anche la scelta di dare la preferenza ai capilista, Caiazza e Bonino, ambedue autorevoli e di grande valore.

Oppure possiamo scegliere la candidata viareggina Silvia Bertolucci.

Ognuno deve fare la sua riflessione e la sua scelta, in massima libertà.

Noi abbiamo spiegato e detto le nostre preferenze, ma l’essenziale è dare il massimo impegno a far votare compatti la Lista: Stati Uniti d’Europa.

Francesco Colucci, Riformisti per TTR



 

 

mercoledì 1 maggio 2024

Al centro con Renzi: dell'Europa e dell'Italia

I Riformisti di Think Tank Reformist, giorni fa, avevano rivolto un accorato appello a Matteo Renzi perché partecipasse alle elezioni come candidato nella lista Stati Uniti d’Europa.

Eravamo e siamo convinti che sia una occasione unica per la nascita di una grande centro in Europa e in Italia e che nei prossimi anni la partita politica più determinante si giocherà in Europa.

O l’Europa si completa in senso unitario o sparisce come soggetto politico mondiale.

Una grande partita politica si aprirà in Europa e una squadra con Macron, Draghi, Matteo e Emma, può giocare un ruolo di grande futuro.

In Italia invece il prevedibile successo personale populista di Giorgia alle elezioni renderà immobile la situazione politica fino alle politiche del 2027 e inutile una presenza di Matteo nel Senato Italiano

Per questo, oltre l’appello fatto, eravamo sicuri, contro molti, che Matteo avrebbe scelto coraggiosamente di andare in Europa, vista la sua sensibilità e intelligenza politica, il suo volare alto, con gli occhi al futuro. 

Ci andrà valorizzando i contenuti che stanno dietro al suo slogan elettorale: “AL CENTRO CON RENZI”

Centro vuol dire equidistanza fra sinistra e destra.

Nessuna differenza fra Fratoianni e Salvini, fra la Elly e Giorgia due alfiere del populismo più estremo.

Un Centro espressione di due filosofie: Riformista e Liberale. Dove Riformista è l’opposto di Populista e Liberale è l’esatto opposto di Comunista.

Sappiamo come la “Ditta” la proprietaria occulta del PD a sovranità limitata, sia ancora fortemente intrisa di idee e metodi Leninisti.

La scelta di Matteo è chiara e netta, non ci sono più ma o se, gli “orfani” se ne facciano una ragione e diamo tutti l’anima in questa battaglia elettorale.

Matteo ci ha dato una nuova occasione per riprendere con forza il discorso nato con Italia Viva e la scissione dal PD: la costruzione di un nuovo polo liberal-riformista antagonista e alternativo alla destra e alla sinistra.

Ora sta a noi rispondere "Presente" e battersi per i nostri ideali.

Francesco colucci Riformisti x TTR



giovedì 25 aprile 2024

25 aprile 2024 - ieri Stalin oggi Hamas

I Riformisti x Think Tank Reformists ricordano per il 25 aprile, le decine di migliaia di morti nella guerra di liberazione: quelli che combatterono dalla parte giusta e quelli che lo fecero dalla parte sbagliata.

Ricordano anche le migliaia di vittime civili, i deportati, ebrei e non, nei campi di sterminio, i soldati italiani trucidati lontano dalla Patria.

Non dimentichiamo che per la liberazione dell’Italia il maggior numero di caduti sono stati soldati americani, che in oltre 90.000 non sono tornati a casa e sono sepolti nei 42 cimiteri americani sul suolo Italiano.

Si quei “americani” tanto odiati nel dopoguerra da molti italiani preda della folle ideologia comunista inneggiante a Stalin:” …Perciò la vittoria militare sul fascismo avrà nella storia prima di tutto il nome di Stalin…”Palmiro Togliatti 1953.

Ieri nelle università e nelle manifestazioni si inneggiava a Stalin oggi ad Hamas...se non è zuppa è pan bagnato.  




lunedì 15 aprile 2024

PD: il suo suicidio politico è un bene per la sinistra e per l’Italia

Il PD è diventato, in questi ultimi anni, un mostro politico che ha inquinato la vita politica dell’Italia, per consegnarla infine alla destra più estrema.

È stato costruito a freddo, a tavolino, quindici anni fa fra i vertici post-comunisti e i cattolici progressisti.

I comunisti erano nella necessità di dare una verniciata moderna e paciosa ad una delle ideologie mondiali più primitive e funeste, che si è retta e si regge nei pochi paesi dove resiste, solo su carrarmati e milioni di morti.

I cattolici più integralisti erano alla ricerca di coniugare i valori più estremi della loro religione, per gli umili e i poveri, con una proposta politica coerente con le problematiche di uno Stato moderno ad economia libera, fondato sul lavoro, sul merito, sul fare impresa, sull’iniziativa privata, sul legittimo guadagno.

Fondamento di questo connubio fra comunisti e cattolici progressisti è stata la creazione di una nuova filosofia: il “politicamente corretto” coniugata da questo PD in maniera maniacale.

Nei regimi e nei partiti comunisti vigeva il dogma: “il partito ha sempre ragione” nel PD: quello che affermiamo noi è “politicamente corretto” tutto quello che dicono gli altri no. 

Una casta politica “eletta” diversa e unica rispetto agli altri.

Il “verbo” del PCI allora e del PD ora, è la discriminante politica: sono loro che davano e danno le patenti di democrazia, antifascismo, cultura, onestà, agli altri Partiti e alle persone.

Ovviamente a parole…nella pratica la carenza di onestà si è fatta sentire e democrazia e antifascismo sono finiti ad essere solo slogan discriminatori.

All’interno del PD il vero potere decisionale è quello di chi ha l’imprimatur “comunista” quello che è comunemente conosciuto come “la Ditta”.

Ai cattolici si può lasciare il comando, le cariche, se si cammina sulla strada indicata dalla Ditta, se si scelgono strade autonome e diverse va di moda il bastone e non la carota.

Basta ricordare la feroce guerra interna fatta al Segretario Matteo Renzi reo di aver portato il PD al 40% e di volere una Italia diversa, più libera e democratica. Colpevole indiscusso di voler emarginare la Ditta, una volta per sempre.

La Ditta usa sempre i metodi dell’allora PCI, scelti da Togliatti: il controllo di parte della Magistratura come lotta politica e quello di parte della Scuola, come indottrinamento.

La guerra indecorosa fatta a Silvio Berlusconi, reo di vincere le elezioni al posto del PCI prima e del PD dopo è durata trent’anni e non è finita nonostante la sua morte.

Una guerra “stalinista” per “uccidere politicamente” l’avversario che non si riesce a battere con il voto democratico.

Una guerra politicamente suicida perché alla fine ha indebolito un avversario democratico e moderato come il Cavaliere per trovarsi davanti, vincente, la destra più pericolosa della Meloni.

L’immagine più veritiera dell’attuale PD è quella pugliese, meglio quella di Michele Emiliano, Magistrato sempre in ruolo, che ricorda le Satrapie orientali, per le sue “normalizzazioni” che tutto avvolgono, tutto addomesticano.

La Giunta Regionale ne è l’emblema: assessori di destra, sinistra, populisti e estremisti rivoluzionari.

Ritenersi intoccabili, porta a commette degli errori fatali e quello che sta avvenendo il Puglia può portare veramente al suicidio del PD.

Italia Viva ha la coscienza a posto, ha sempre combattuto il PD di Emiliano e se alla fine questo PD si dissolverà, non può che essere positivo per la sinistra e per l’Italia.

Quello che è stupefacente è vedere i Riformisti che si dicono ancora presenti del PD, ma c’è da dubitarne.

Silenti, passivi, unicamente interessati al mantenimento di quelle poltroncine che la Ditta gli lascia molto volentieri, purché non disturbino il manovratore.

Dobbiamo lavorare per la Lista SUE, Stati Uniti d’Europa, perché il successo di questa lista è determinante per l’Italia e l’Europa, lasciando il PD alla sua deriva suicida.

Non un voto, non un pensiero nostalgico a questo PD

Francesco Colucci, Riformisti x Think Tank Reformists



sabato 13 aprile 2024

Una iniziativa dei Radicali per Israele e per gli Ebrei che i Riformisti Toscani condividono e sostengono.

Sabato 13 aprile dalle ore 11 alle ore 12.30, manifestazione in Piazza Duomo (Siena), promossa dal Partito Radicale, dal titolo “Stella di David, stella di libertà”. Ha aderito l’associazione Libdem, ma auspichiamo che altre associazioni e partiti vogliano essere al nostro fianco.

Questa iniziativa sarà l’occasione per Siena per non dimenticare il 7 ottobre, per non dimenticare il massacro delle donne israeliane, per ricordare che circa 100 ostaggi israeliani sono ancora in mano ad Hamas.

Questo momento non è facile, per questo pensiamo che si debba essere vicini a Israele e a tutti gli ebrei del mondo. Non possiamo dimenticare e non possiamo ignorare che Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente, l’unico Paese dell’area in cui vige lo Stato di Diritto, mentre Hamas è e rimane una crudele organizzazione terroristica colpevole nei decenni dell’uccisione di migliaia di civili inermi palestinesi e israeliani.

Come tutte le democrazie Israele può commettere errori, ma è pur sempre una democrazia. Riprova ne è che migliaia di cittadini israeliani negli ultimi mesi sono scesi per le strade per chiedere nuove elezioni, in protesta alle politiche del primo ministro Benjamin Netanyahu. Mi domando in quale altro Paese del Medio Oriente sarebbero possibili manifestazioni contro il governo.

E in questo quadro così complesso gli israeliani trovano comunque la forza di trasmettere un messaggio chiaro e coraggioso: “vogliamo manifestare contro il nostro primo ministro ma allo stesso tempo la maggior parte di noi è convinta che la sicurezza di Israele e la costruzione di una democrazia in Palestina non possa che passare dall’eliminazione di Hamas”.

Con questa manifestazione di sabato vogliamo ricordare e non dimenticare, sicuramente non abbiamo le forze per riempire le piazze, ma comunque è importante dire e far sapere che noi ci siamo.

Giulia Simi, membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento Transpartito Transnazionale, membro del direttivo Libdem Cellulare 3391029814