Il 3 maggio come il 14 settembre, il Volto Santo viene vestito con tutti i paramenti sacri e i gioielli conservati nel Museo della Cattedrale ed esposto alla venerazione dei fedeli nel tempietto di Matteo Civitali in San Martino.
Il 3 maggio il calendario liturgico celebra la festa de “inventio
crucis”, il ritrovamento della croce da parte di Elena, madre dell’imperatore
Costantino, che è venerata dai cattolici, come santa Elena Imperatrice.
La data in maggio, mantenuta come Ritrovamento della Santa
Croce, è stata tolta dal calendario liturgico del rito romano in seguito alle
riforme del Messale Romano operate da papa Giovanni XXIII, mentre la Chiesa Ortodossa
commemora ancora entrambi gli eventi, come succede a Lucca.
La leggenda del Volto Santo parte da Nicodemo, membro del
Sinedrio e discepolo di Gesù, che armato di fede e un paio di tenaglie, aiutò
Giuseppe di Arimatea a staccare Cristo dalla Croce e a deporre il suo corpo nel
sepolcro.
Nicodemo decise di scolpire nel legno l’immagine di Gesù così
come lo aveva visto nella deposizione, per lasciare testimonianza dell’eccezionale
evento a cui aveva assistito.
Il Volto Santo di Lucca è considerato un’immagine acheropita
al pari della Madonna di Guadalupe e della Sacra Sindone.
La leggenda vuole che Nicodemo, scolpita la croce e il corpo,
non riuscisse a rappresentare il volto di Cristo e che, dopo aver pregato, si fosse
addormentato per scoprire al suo risveglio, che l’opera era stata completata
dalla mano divina.
L’arrivo del Volto Santo a Lucca con un viaggio avventuroso guidato dalla volontà divina è noto a tutti e non lo ripeteremo.
Quest’anno la vestizione del Volto Santo nel tempietto di
Matteo Civitali non ci sarà perché è oggetto di un lodevole restauro programmato
dall’Ente Chiesa Cattedrale e interamente finanziato dalla Fondazione CRL.
Think Tank Reformists, vuole ricordare la Festa del 3 maggio
così cara ai lucchesi, con i versi di un famoso poeta lucchese, Gino Custer De
Nobili, non sempre ricordato quanto meriti, per le sue opere nella “parlata di
Lucca dentro”.
Custer dedicò all’arrivo del Volto Santo a Lucca un’ode particolarmente bella che riproduciamo, come omaggio alla sacra Reliquia e alle millenarie tradizioni del popolo lucchese.
L’arivo del Volto Santo
Delle volte mi frulla per la zucca
quel che dev’esse stata la cagnara
di quando ‘l Volto Santo arivò a Lucca!
Io dico ‘un c’è per nulla Fregionara.
Campane, razzi, bande, gente ciucca,
e poi contadiname giù a fiumara
col cavallo, col ciuco, colla mucca,
sopra le tiribàccole e le cara.
Chi sa le gomitate, li spintoni,
l’indovine qua e là per le piazzette,
i llampanini, l’archi cò ffestoni,
le ciaccine, le torte belle calde,
i ppannùcciori, i ppònci, le staffette,
i rifreschi col pipporo e le cialde…
(Fregionara: luogo dove era l’ospedale dei malati di mente; tirabàccole: diligenze; la cara: le carra; le ciaccine, i ppannùcciori, i ppònci, le staffette, i rifreschi col pipporo e le cialde: dolciumi e bevande della tradizione lucchese)
Gino Custer De Nobili, nacque a Lucca nel 1881 da Lorenzo Custer
e dalla nobildonna Carlotta De Nobili, diplomato in pianoforte presso
l'Istituto Musicale Lucchese, frequentò a lungo il caffè di Alfredo Caselli,
luogo di ritrovo di intellettuali e artisti, con Giovanni Pascoli, Alfredo Catalani,
Giacomo Puccini, Gustavo Giovannetti e Lorenzo Viani.
Poeta vernacolare scrisse e pubblico in dialetto lucchese,
"Le poesie di Geppe" e “Lucca mia bella”: centinaia di odi,
moltissime dedicate a Lucca.
A Milano con l’aiuto di Puccini fu introdotto nell’ambiente
teatrale dell’epoca musicando testi poetici, scrivendo alcune commedie e il
libretto dell'opera “Petronio” di Gustavo Giovannetti.
E’ da considerarsi uno dei migliori poeti dialettali italiani.
Think Tank Reformists vuole ricordare, uno dei grandi
poeti lucchesi ancorché poco conosciuto ai più e la più bella festa religiosa e
civile della città e del contado, in onore del suo Volto Santo, che si esalta
il 14 settembre, ma che è festa grande anche, il 3 maggio.
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