Entusiasmante vittoria di Eugenio Giani e battuta d’arresto del Salvinismo d’assalto.
Per Italia Viva un risultato in
chiaro-scuro, dovuto alla polarizzazione degli ultimi giorni di una campagna
elettorale molto atipica e difficile causa Covid19, soprattutto per noi, un
Partito giovane, senza strutture, con pochissimi mezzi.
Nella Provincia di Lucca, a parte il
grande risultato di Alberto Baccini a Porcari, il 16% a Italia Viva e oltre
1.300 preferenze complessive e quello di Gallicano dove la Tania Franchini ha
portato Italia Viva ad altre il 6%, ci siamo attestati nei centri più grandi,
sopra il 3%.
Non abbiamo fatto bene nei piccoli
comuni soprattutto della Valle del Serchio, dove la mancanza di qualsiasi
riferimento di nostri iscritti o simpatizzanti e di una qualsiasi organizzazione
ci ha penalizzato fortemente.
Buono anche il risultato dei
nostri Candidati, Gaia e Arturo, che si sono impegnati in condizioni proibitive
in due realtà molto difficili.
A Lucca eravamo pochi e un gruppo ”improvvisato" di persone diverse, giovani ed anziani, entusiasti invero, ma senza alcuna
esperienza di lavoro insieme e spesso senza precedenti esperienze elettorali.
Di più non si poteva fare.
Abbiamo davanti a noi otto mesi
prima delle prossime amministrative per organizzarci e prepararci e questa
esperienza, per alcuni versi esaltante, ci servirà.
La situazione Nazionale anche
questa vive di luci e ombre. Un partito nuovo, con un simbolo nuovo, senza
grande organizzazione, nella contrapposizione frontale fra due colossi
politico-organizzativi, ha trovato oggettive difficoltà ad emergere, ma la
nostra proposta è valida e dobbiamo aver più coraggio a portarla avanti e farla
recepire dalle persone.
Ci sono due priorità: La prima,
Matteo Renzi deve fare il Presidente del Partito e il mentore dei nostri ideali
e delle nostre proposte, ma occorre un Segretario energico e accattivante, come
la Teresa Bellanova, che, pur nel mantenimento di un Partito “leggero”, sappia
aiutarci a creare presenze diffuse sul territorio.
La seconda occorre imboccare con forza la strada della costruzione di un terzo polo, riformista e liberale, con Calenda, le residue aree laiche e socialiste e soprattutto aprendo un discorso coraggioso con Silvio Berlusconi e i suoi, che non accettano di morire sovranisti
Francesco Colucci, Riformisti x Italia Viva
